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Cronaca

Finto posto di blocco per raggirare l'imprenditore, tutti assolti gli imputati

Il processo che vedeva alla sbarra un carabiniere, un’ex guardia giurata, il titolare di una bottega in centro storico, un ballerino e un ex “biscazziere”

Si è concluso con un'assoluzione per tutti gli imputati, per non aver commesso il fatto, il processo che vedeva alla sbarra un carabiniere, un’ex guardia giurata, il titolare di una bottega in centro storico, un ballerino e un ex “biscazziere” accusati di aver raggirato un imprenditore per sottrargli 200mila euro. I fatti risalgono al 2006 quando i protagonisti della vicenda, secondo l'accusa, si erano accordati per proporre un "affare" alla presunta vittima che avrebbe dovuto riciclare il denaro proveniente dalle bische clandestine. Il castello accusatorio, poi crollato, sosteneva che l'imprenditore avrebbe ricevuto 250mila euro da "ripulire" in cambio dei quali avrebbe potuto trattenersene 50mila. La presunta vittima aveva abboccato ed era così andato in una banca, ovviamente sul Titano, per prelevare il denaro e portarlo all'appuntamento fissato in una strada isolata davanti al piazzale di un cimitero nel riminese dove era stata organizzata la sceneggiata​.

Qui, infatti, la banda mise in scena un finto controllo di polizia nel quale l'imprenditore venne fatto incappare. Finte auto civetta, corredate di lampeggianti, palette delle forze dell'ordine per far defluire il traffico e, ovviamente, manette e distintivi. Un vero e proprio parapiglia in mezzo al quale i 200mila euro dell'imprenditore vennero fatti sparire dagli "agenti" che, naturalmente, arrestarono anche le altre comparse della sceneggiata mentre l'imprenditore era stato lasciato libero. Quest'ultimo, consapevole di aver a sua volta commesso una violazione (il riciclaggio), rimasto con un palmo di naso, senza soldi e pensando di essere stato scoperto dalle forze dell’ordine, si era guardato bene dal denunciare il furto fino a quando, alcuni giorni dopo, aveva sospettato di essere rimasto vittima di un raggiro. Finito sul lastrico l’uomo era poi riparato in Moldavia per rifarsi una vita. La vicenda riemerse poi nel 2012 quando un membro della banda, l'ex ballerino molto noto nel mondo della notte, raccontò della vicenda facendo così aprire un fascicolo in procura con l'accusa di rapina.

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