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Cronaca

Nel 2014 1,9 milioni per il sostegno al territorio dalla Fondazione Carisp

Più analiticamente, la Fondazione ha destinato circa 401.000 euro al settore arte e cultura, 846.000 euro al settore educazione e istruzione, 331.000 euro al settore assistenza anziani, 128.000 euro al settore volontariato e 193.000 euro al settore sviluppo locale.

1,9 milioni di euro investiti per il sostegno e lo sviluppo del territorio riminese e della comunità locale. È quanto emerge dal bilancio 2014 della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, approvato quest’oggi all’unanimità dal Consiglio Generale dopo l’approvazione ricevuta, sempre all’unanimità, dall’Assemblea dei Soci svoltasi lunedì scorso. Più analiticamente, la Fondazione ha destinato circa 401.000 euro al settore arte e cultura, 846.000 euro al settore educazione e istruzione, 331.000 euro al settore assistenza anziani, 128.000 euro al settore volontariato e 193.000 euro al settore sviluppo locale.

 
Complessivamente ha finanziato 79 progetti a Rimini e nei Comuni della provincia, garantendo, tra l’altro, alcuni grandi interventi come il servizio di assistenza domiciliare per anziani, il sostegno al Campus universitario tramite la società Uni.Rimini, la gestione di Castel Sismondo, la partecipazione al Piano Strategico, la costituzione di un incubatore d’impresa dedicato al turismo, lo svolgimento del concorso Nuove Idee Nuove Imprese, la realizzazione del Rapporto Economico provinciale, fino all’impegno per portare sul territorio locale un intervento del Fondo Emilia Romagna Social Housing di cui la Fondazione è socia.

Ampio spazio è stato dato all’impegno nel sociale con il rilevante sostegno alle più importanti realtà che operano nel volontariato e nell’assistenza ed alle principali azioni di solidarietà verso i meno abbienti, tra cui vanno annoverate le mense per i poveri ed i fondi antiusura, a tutela di tante famiglie e persone colpite, spesso drammaticamente, dagli effetti della perdurante crisi economica.
 
“Dobbiamo purtroppo registrare – commenta il Vice Presidente Leonardo Cagnoli  – come sul bilancio 2014 si siano scaricati retroattivamente gli effetti della norma prevista dalla Legge di Stabilità 2015 varata dal Governo che aumenta di venti punti percentuali la tassazione sui dividendi percepiti. È una norma che riguarda solo gli enti non commerciali e che ci sembra particolarmente grave”.
 
In effetti, la Fondazione ha dovuto mettere a bilancio nel 2014 imposte per un importo di 347.000 euro, contro la somma di 98.000 euro del 2013. “In pratica – conclude Cagnoli –250.000 euro destinati al territorio riminese finiscono nelle casse dello Stato centrale. È una scelta politica del Governo che  non si può in alcun modo condividere e che penalizza il sostegno ai welfare locali”.
 
Nel 2014 la Fondazione è tornata ad annoverare tra le entrate finanziarie, dopo tre anni, anche il dividendo distribuito da Banca Carim, di cui detiene la partecipazione di controllo. L’avanzo primario ancora una volta è stato positivo, risultando doppio rispetto a quello dell’esercizio precedente. Sono scesi ulteriormente i costi di gestione e si sono mantenuti stabili i fondi disponibili per l’attività istituzionale. Circa Banca Carim, la Fondazione sottolinea gli sforzi compiuti nell’ultimo triennio per il rilancio dell’istituto, un compito che il nuovo Consiglio di Amministrazione, eletto nell’Assemblea del 28 aprile, deve ora fare proprio,  proseguendo insieme al management con ulteriore slancio, soprattutto sul piano commerciale, l’azione di ripresa della Cassa.
 
La Fondazione, nel proprio ruolo di azionista di controllo, ha sempre affrontato con responsabilità e realismo le sfide che la Banca ha dovuto attraversare negli anni, sia contribuendo per un terzo all’aumento di capitale del 2012, sia operando con successo per il mantenimento dell’autonomia della Cassa in un frangente delicatissimo quale quello dell’amministrazione straordinaria, sia favorendo con le proprie scelte il percorso di risalita dell’istituto dall’ottobre 2012 ad oggi.
 
Con uguale consapevolezza guarda oggi – in un contesto in via di ulteriore cambiamento - alle prospettive strategiche e di sviluppo della Cassa, avendo sempre come obiettivo prioritario, ora come tre anni fa, la tutela degli interessi del territorio locale.
In questo senso, non si può non valutare come un fatto del tutto positivo il notevole coinvolgimento di soci che nell’Assemblea del 28 aprile hanno inteso partecipare e contribuire al rinnovo degli organi statutari con la presentazione di due liste, oltre a quella della Fondazione.
 
Si è trattato di una libera espressione di vitalità da parte della base sociale – piccoli, medi e grandi azionisti – che per la sua articolazione e differenziazione, a prescindere dalla lista proposta, sarebbe ingeneroso etichettare o liquidare con valutazioni quantomeno affrettate. Ben venga l’apporto, in qualsiasi forma, di quanti hanno realmente a cuore Banca Carim.

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