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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Leo

Frana della rupe di San Leo, progetto definitivo per il consolidamento della parete

In campo 2 milioni di euro nell'ambito del Piano frane, il 27 febbraio il settimo anniversario dalla frana che potrò a valle oltre 300mila metri cubi di roccia

 È la perla della Val Marecchia, ma nonostante l’aspetto imponente ha dimostrato di potersi rivelare fragile. Per questo la Regione fa un nuovo passo avanti per la messa in sicurezza della Rupe di San Leo, dove sorge la celebre fortezza riminese. Nei giorni scorsi si è chiusa infatti la progettazione definitiva degli interventi di consolidamento sulla parete sud, finanziati con 2 milioni di euro. Entro l’anno si concluderanno inoltre le opere già avviate sulla parete est, dal valore di ulteriori 2 milioni. “Si tratta di un risultato importante che arriva proprio nei giorni in cui si ricorda il settimo anniversario dell’ingente crollo del 27 febbraio 2014, quando erano franati oltre 300 mila metri cubi di roccia” spiega l’assessore regionale alla protezione civile, Irene Priolo. Da allora sono stati messi a disposizione dalla Regione oltre 5 milioni 800 mila euro per effettuare rilievi, indagini e programmare interventi.

Frana a San Leo

“Un impegno determinante, possibile solo grazie ad un gioco di squadra che ha coinvolto tutti i livelli istituzionali e ha saputo rafforzarsi grazie al coinvolgimento della comunità scientifica e accademica su scala nazionale- aggiunge l’assessore-. Ora quell’impegno prosegue con la progettazione delle opere di consolidamento dell’intera parete sud. Entro aprile si conta di ultimare anche la progettazione esecutiva, per poi avviare le procedure d’appalto di lavori attesi e strategici per la difesa delle abitazioni, della fortezza e dell’unica strada di accesso al paese”.

Franata la rupe di San Leo

Ad essere interessato dal nuovo cantiere, in particolare, sarà l’intero tratto che dallo spigolo sud-est della parete, sotto la fortezza, si sviluppa oltre l’arco di ingresso all’abitato. Gli interventi sono a cura dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, che ha svolto approfonditi rilievi e indagini per acquisire le necessarie conoscenze sulla morfologia della roccia e sul suo stato di fratturazione. Si prevede la posa di ancoraggi, chiodature, imbracature con funi di acciaio, pannelli in funi di acciaio e reti metalliche, fatti precedere dal distacco controllato e dalla demolizione di blocchi rocciosi pericolanti.

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