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Cronaca

La morte del "re dello zucchero" fu un suicidio

I risultati dell'autopsia sul corpo dell'imprenditore napoletano ritrovato senza vita in un hotel di Rimini

I risultati dell'autopsia effettuata sul corpo di Francesco D'Avino,  l'imprenditore napoletano "re dello zucchero" ritrovato cadavere lo scorso gennaio in un hotel di Rimini, hanno fugato ogni dubbio. Il 48enne, infatti, si è tolto la vita e gli accertamenti tecnici hanno fugato ogni dubbio sul fatto che si sia trattato di un gesto deliberato. D'Avino, arrivato in città in occasione della fiera del Sigep, nella notte tra il 20 e il 21 gennaio era da solo nella sua camera d'albergo. Alla mattina, non vedendolo scendere, il personale ha aperto la porta della stanza trovando l'imprenditore impiccato con un cavo legato al termosifone del bagno. In un primo momento erano stato sollevati dei dubbi sulla dinamica, coi parenti del 48enne che si erano opposti alla cremazione del corpo per effettuare ulteriori accertamenti. L'esame autoptico, disposto dal pm di turno, oltre ad accertare la dinamica ha escluso che l'impreditore avesse assunto alcol o altre sostanze. Secondo quanto emerso, D'Avino era caduto in depressione per una controversa legale famigliare e, la sera prima del gesto estremo, aveva avuto una lunga e sconclusionata conversazione con una stretta collaboratrice ma, questa, non lasciava presagire il gesto estremo.

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