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Cronaca

False certificazioni dei vaccini obbligatori: 21 genitori no vax indagati

Grazie alla compiacenza di un medico che dietro pagamento attestava l'avvenuta vaccinazione ottenevano ottenevano l'attestato per iscrivere i figli a scuola

Una vera e propria catena di montaggio del falso quella scoperta dai carabinieri nell'ambito di un'inchiesta sulle vaccinazioni obbligatorie coordinata dal sostituto procuratore Giulia Bradanini, necessarie per iscrivere i figli a scuola, che ha visto finire indagati 21 genitori ai quali è stata notificata la conclusione delle indagini col preludio di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Rimini. Padri e madri che, grazie alla compiacenza di un medico pagato profumatamente per i suoi servigi, ottenevano l'attestazione che serviva poi a compilare le autocertificazioni. Le indagini, che abbracciano il periodo pre-covid tra il 2017 e il 2019, erano partite sulla base di un'anomalia: un medico iscritto all'Ordine nella provincia di Pesaro-Urbino che aveva firmato una quantità di certificati vaccinali sproporzionata nella provincia di Rimini. Sono così iniziati gli accertamenti che hanno permesso di arrivare a una "comune" di no vax tutti residenti nella Valconca tra Montescudo e Gemmano. Gli inquirenti dell'Arma, attraverso il filo conduttore del medico, grazie a una serie di intercettazioni telefoniche sono arrivati a dipanare la matassa scoprendo quello che è stato secondo l'accusa il modus operandi standard per ottenere le false certificazioni.

Il medico, deceduto nel 2019 nel corso delle indagini, veniva contattato dai genitori dei bambini tutti nati tra il 2006 e il 2015 che dovevano essere sottoposti alle 10 vaccinazioni obbligatorie in quanto il rispetto degli obblighi vaccinali era un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia. Secondo l'accusa il dottore, dietro il pagamento di una somma che mediamente si aggirava sui 300 euro, che attestava l'avvenuta inoculazione delle dosi permettendo così ai genitori di presentare agli istituti scolastici una documentazione in piena regola o compilare le autocertificazione dove attestavano comunque un falso. Per i papà e le mamme dei bambini coinvolti, in tutto 16 piccoli, l'imputazione è quella di corruzione in concorso. 
 

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