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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Gennari: "Sconcertati per la vicenda dell'associazione antiviolenza Butterfly"

Il sindaco di Cattolica interviene dopo l'arresto della presidente dell'onlus accusata di truffa, minacce ed estorsione

E' un fulmine al ciel sereno quello che, nella mattinata di giovedì, si è abbattuto su Cattolica in seguito all'arresto di Clarissa Matrella, ex presidente della onlus Butterfly, accusata di truffa, minacce ed estrosione nei confronti delle donne maltrattate che avrebbe dovuto aiutare. Nel corso degli anni la 35enne era stata molto attiva sul territorio riminese e, in diverse occasioni, aveva partecipato a dicersi progetti e incontri pubblici proprio per combattere la violenza sulle donne. "Una vicenda incredibile e che ci lascia sorpresi" ha commentato il sindaco di Cattolica, Mariano Gennari, città dove era stato aperto dalla Matrella un rifugio dove potevano trovare aiuto le vittime dei maltrattamenti. "Appena abbiamo saputo della notizia - prosegue il primo cittadino - abbiamo voluto ricostruire la genesi della vicenda che ha portato il Comune ad affidarle la struttura. Tutto è partito con un bando uscito nel 2015, prima della mia amministrazione, per l'affidamento della casa rifugio del distretto sud. Cattolica era a capofila dei comuni perchè, la struttura, ricadeva nel nostro territorio. In quella occasione, tuttavia, il bando andò deserto e, quindi, la casa rifugio venne assegnata alla Matrella con un affidamento diretto. Nel 2017, durante il nostro mandato, venne fatto un altro bando che venne vinto da un'altra associazione".

Secondo le accuse, la presidente, approfittando del suo ruolo, riusciva a convincere le donne maltrattate a sottoscrivere tutta una serie di servizi a pagamento. In particolare, millantando straordinari benefici nei procedimenti, civili o penali, si offriva come investigatrice privata per effettuare servizi di osservazione e di pedinamento, di backup dei telefoni cellulari piuttosto che collocamento di microspie ambientali per incastrare gli uomini violenti. Le donne vittime di violenze, fidandosi della Matrella, il più delle volte accettavano di pagare gli extra che però si rivelavano inutili.

Alla Matrella, che di sua iniziativa ha poi cessato l'atività dell'associazione, sono state contestate anche due condotte estorsive, una consumata ed una tentata, nelle quali la minaccia era inerente proprio alla situazione familiare ed alla vantata possibilità di influenzare l’esito di giudizi civili, inerenti la separazione o l’affidamento dei figli, mediante il deposito di documentazione. Anche sotto il versante dei rapporti con le istituzioni, infine, l'attività investigativa avrebbe fatto emergere ulteriori condotte illecite, relative sia all'impiego di parte del denaro corrisposto all'associazione dal Comune di Cattolica quale finanziamento per la gestione della casa rifugio, sia al tentativo di ottenere altri finanziamenti.

Aggiornamento: Nel 2021 il Tribunale di Rimini  ha condannato con patteggiamento Clarissa Matrella a due anni e sei mesi.

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