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Cronaca

Giornata della Memoria, gli studenti protagonisti in consiglio: "Diffondiamo la cultura del rispetto"

L’incontro è iniziato con la condivisione del video “Shemà” , un’azione civile dedicata a Primo Levi, attraverso la lettura in dieci lingue diverse

È iniziato con le riflessioni di alcuni studenti delle scuole superiori di Rimini, il consiglio comunale di giovedì (27 gennaio). Un'assemblea pubblica straordinaria, organizzata per celebrare il Giorno della Memoria, nel quale 9 ragazzi delle quarte superiori, provenienti da differenti istituti,  hanno offerto preziosi spunti di riflessione per rinnovare la memoria. All'incontro erano presenti insieme a loro anche il sindaco Jamil Sadegholvaad, l’assessora comunale Francesca Mattei, la presidente del consiglio Giulia Corazzi, la Responsabile del Progetto di Attività di Educazione alla Memoria Laura Fontana, con alcuni referenti del progetto, i consiglieri di maggioranza e opposizione, collegati da casa in streaming.

Una iniziativa inedita frutto di un lavoro di gruppo, che ha visto il coinvolgimento in prima persona degli assessori Francesca Mattei e Francesco Bragagni, la presidente del Consiglio comunale Giulia Corazzi, il consigliere Edoardo Carminucci e i responsabili del progetto di Educazione alla Memoria, che hanno coordinato gli approfondimenti storici partendo dall’analisi di fonti bibliografiche e documenti storici.

L’incontro è iniziato con la condivisione del video “Shemà” , un’azione civile dedicata a Primo Levi, attraverso la lettura in dieci lingue diverse (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, ebraico, arabo, russo, cinese, albanese, lingue parlate dalle comunità presenti a Rimini). Successivamente i ragazzi hanno presentato, con riflessioni personali e proprie considerazioni, figure storiche come Italo Tibaldi,  che a 17 anni - aveva la loro stessa età - decise di essere 'staffetta partigiana', con una scelta che condizionò completamente la sua vita, o anche altri grandi esempi, come Liliana Segre e Primo Levi. Un toccante confronto che ha avuto come minimo comune denominatore il messaggio a non essere indifferenti e passivi davanti ai fatti che, anche oggi, rivelano elementi di ingiustizia, discriminazione e intolleranza verso ciò che è diverso. Da qui la necessità di andare oltre alla celebrazione del singolo giorno, ma di rinnovare un impegno quotidiano per la diffusione di una cultura del rispetto reciproco.  

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