Giovanni Molari nuovo Magnifico Rettore dell'Alma Mater
Al termine del turno di ballottaggio ha battuto la rivale Giusella Dolores Finocchiaro e reggerà l'università di Bologna fino al 2027
Giovanni Molari sarà il nuovo Rettore che reggerà l’Alma Mater dal 2021 al 2027. Al termine del turno di ballottaggio i voti espressi sono stati i seguenti: Giusella Dolores Finocchiaro 1274,64 voti; Giovanni Molari 1825,01 voti; schede bianche 101,40; aventi diritto 6.188; schede scrutinate 5013. L'affluenza al voto ponderata è stata del 89,59%, di cui 2.738 docenti e ricercatori votanti (pari al 94,09% del corrispondente elettorato; -0,69% rispetto alla medesima rilevazione del 23 giugno, primo turno); 2.020 personale tecnico amministrativo, collaboratori linguistici e lettori votanti (pari al 68,92% del corrispondente elettorato; -4,30% rispetto alla medesima rilevazione del 23 giugno, primo turno); 255 studenti elettori votanti (pari al 73,49% del corrispondente elettorato; -0,29% rispetto alla medesima rilevazione del 23 giugno, primo turno). Il Rettore Francesco Ubertini che ha assistito allo spoglio assieme ai candidati dalla Sala dell’VIII Centenario ha detto: “Mi congratulo con Giovanni Molari che avrà l’onore di guidare la nostra straordinaria comunità per i prossimi sei anni”.
Giovanni Molari ha conseguito il titolo di dottore di Ricerca in Ingegneria dei Materiali presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’abilitazione alla professione di Ingegnere nel Dicembre 1998 e la laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Bologna nell’ottobre 1998, ricercatore dal 2000 al 2010 e professore associato dal 2010 al 2016. Dal 2016 è professore ordinario di Meccanica Agraria dell'Università di Bologna. Nella attività di ricerca si è prevalentemente occupato di studiare i problemi connessi al progetto e alla verifica dell’affidabilità di trattrici agricole con particolare riferimento ai test accelerati per la verifica strutturale della macchina e della trasmissione. Si è anche occupato di macchine per la zootecnia, dell'uso di biomasse per produrre energia e di altre macchine agricole.
È stato coordinatore locale di due progetti PRIN e di un FIRB ed è responsabile scientifico di numerose convenzioni di ricerca con aziende costruttrici di trattori e di macchine operatrici. È autore di 140 pubblicazioni di cui 40 su riviste censite da Scopus. È stato direttore del Journal of Agricultural Engineering dal 2014 al 2018, è stato responsabile della redazione dal 2006 al 2014. E' editor di uno special issue per il Biosystems Engineering. Revisore per numerose riviste del settore dell’ingegneria agraria. Dal maggio 2018 è Direttore del nuovo Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari e membro del Senato Accademico dell'Università di Bologna. Dal 2015 al 2018 è stato vicedirettore del Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna.
"Congratulazioni al neo eletto rettore - commenta il deputato romagnolo Marco di Maio, vice presidente vicario del gruppo Italia Viva alla Camera - Avrà un compito non facile: proseguire l'ottimo lavoro del suo predecessore Francesco Ubertini, che in questi anni ha consolidato prestigio e qualità di Unibo e dato un impulso decisivo allo sviluppo dell'Università in Romagna. A lui l'Alma Mater e la Romagna devono essere molto grati. Per questo mi auguro possa proseguire il proficuo dialogo con il territorio romagnolo: certamente il mio impegno andrà in questa direzione, con la massima disponibilità a lavorare insieme come fatto in questi anni. L'auspicio è che la Romagna possa continuare a trovare nel rettore e nei vertici universitari un interlocutore attento, sensibile e deciso a puntare sul decentramento. In una fase particolarmente delicata e importante per gli insediamenti universitari a Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini".
“Auguriamo al nuovo rettore Giovanni Molari buon lavoro - ha commentato l'amministrazione di Rimini. - In questi anni, con il rettore Francesco Ubertini, abbiamo lavorato proficuamente e in grande sintonia per consolidare e potenziare il radicamento dell'Università a Rimini. Il campus riminese è e sarà sempre di più centrale nella pianificazione strategica e nello sviluppo della città e in tal senso diventa necessario proseguire nell’integrazione dell’università, delle sue strutture, degli studenti nella città di Rimini, cogliendo il duplice obiettivo della rigenerazione e della rifunzionalizzazione degli edifici storici in centro. Sono tante le progettualità in corso, One Health ad esempio, e siamo certi che con il nuovo Rettore esse saranno ulteriormente sviluppate e potenziate. Si tratta di nuovi spazi, per accogliere l'offerta formativa sempre più ricca di corsi di studio e contenuti, anche nelle direzioni distintive del territorio, come il turismo la qualità della vita, e l'approccio unitario al tema sanitario. Si tratta anche di rapporti sempre più consolidati con il territorio e la capacità di intercettare le esigenze del mercato del lavoro, testimoniata da un alto numero di laureati che lavorano già a pochi mesi dal conseguimento del titolo, caratteristica che ha sempre contraddistinto i laureati del campus di Rimini. A semplice titolo esemplificativo ricordiamo che il Campus di Rimini ha avuto + 17 per cento degli iscritti nelle lauree magistrali e a ciclo unico nell’anno accademico 2020/2021 e garantisce entro un anno dal titolo accademico, la percentuale più alta di laureati con contratti di lavoro a tempo indeterminato dell’Ateneo. Per Rimini, l’Università il crocevia di presente e futuro perché l’alta conoscenza e la capacità di formare persone competenti e con un livello di conoscenze adeguato porta con sé occupazione qualificata e una nuova economia, più sostenibile e competitiva a livello internazionale. Per questo Rimini è sicura che il nuovo rettore Molari, peraltro con nascita e origini proprio da queste parti, continuerà e potenzierà ulteriormente il lavoro fatto negli ultimi anni sulla Cittadella Universitaria e sulla sintonia tra Ateneo e tessuto sociale economico e culturale riminese. Per Rimini Università è sinonimo di futuro e per l’Università stessa Rimini lo è altrettanto”.