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Cronaca

Giro di farmaci dopanti in palestra, nuovi guai per un medico riminese

Oltre al professionista, già implicato in un'indagine sul doping, coinvolti i titolari di due centri sportivi e i personal trainer

Sono scattate all'alba di venerdì le perquisizioni, da parte del personale della sezione Narcotici della squadra Mobile di Rimini, al termine di un’indagine finalizzata al contrasto del commercio di farmaci anabolizzanti attraverso canali diversi dalle farmacie. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, era partita da più una ampia operazione conclusa nel mese di luglio dello scorso anno dalla sezione Narcotici denominata “Life style”, nel corso della quale furono eseguiti numerosi arresti sia in flagranza che su mandato della Procura di Rimini per detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti, commercio di farmaci anabolizzanti e ricettazione. Il nuovo filone, iniziato nel novembre del 2016, ha visto monitorare divese palestre, alcuni personal trainer e un noto medico sportivo.

Nel corso degli accertamenti è emerso che sia i gestori che gli istruttori, oltre ad essere loro stessi consumatori, offrivano i farmaci dopanti anche ai frequentatori che si allenavano nelle strutture sportive. La loro attività veniva seguita dai giovani sui social network, ove professavano lo sviluppo del fisico secondo i sogni più estremi. Le indagini avrebbero consentito di accertare che la maggior parte dei prodotti posti in vendita proveniva dall’estero, attraverso canali diversi dalle farmacie o comunque dalle altre strutture preposte a tale scopo.

polizia doping farmaci 1-2

Le perquisizioni sono state infatti eseguite nei confronti di un  noto medico riminese già indagato in passato per reati analoghi; un 43enne e un 40enne, titolari di palestre ubicate a Rimini e a Cattolica e di tre personal trainer di 29, 36 e 38 anni. Secondo quanto emerso, nelle abitazioni sono stati scoperti farmaci anabolizzanti di vario tipo detenuti illegalmente (Trebol – Durateston – Winstrol – HGH – Trembolone ), motivo per il quale è scattata per tutti la denuncia per la detenzione illecita di tali sostanze come previsto dalla normativa del 2000, nonché per il reato di ricettazione. Il medico è stato inoltre deferito per esercizio abusivo della professione sanitaria poiché continuava ad esercitare la sua professione, pur essendo stato in passato indagato per fatti analoghi e attulmante sospeso dall'ordine anche se, su questo aspetto, pende l'appello. I poliziotti dell’antidroga hanno infine sequestrato in diversi casi materiale informatico e computer (anche smartphone e chiavette usb), materiale che verrà attentamente analizzato per trovare ulteriori riscontri all’attività illecita posta in essere dagli indagati che si procuravano infatti gli anabolizzanti navigando sul web su siti stranieri e usando chat dedicate, i quali propongono agli appassionati di fitness integratori e steroidi a prezzi super competitivi che in Italia sono vietati per legge.

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