rotate-mobile
Cronaca

Gradimento dei sindaci, l'appeal di Gnassi supera il 55% ma arranca in classifica

Il primo cittadino nella graduatoria del Sole24Ore perde 18 posizioni rispetto allo scorso anno con una flessione dei consensi pari all'1,5%

Il Sole 24Ore ha pubblicato il Governance Poll con i risultati di gradimento dei sindaci capoluogo e dei governatori delle regione . La graduatoria mette a confronto i risultati del sondaggio commissionato dal giornale economico nel 2021 con i voti ottenuti il giorno dell’elezione. Per il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, si registra un vistoso calo nella classifica dei colleghi di tutta Italia. Se nel 2020 il primo cittadino si era piazzato al 24esimo posto con il 57,3% (qualche decimale in più rispetto alla cifra della sua elezione), in un anno ha lasciato per strada diverse posizioni chiudendo il 2021 al 42esimo posto. Per Gnassi, comunque, una flessione minima rispetto alla percentuale che lo ha portato per la seconda volta ad occupare palazzo Garampi. Nel 2016, infatti, aveva ottenuto il 57% dei consensi che si è ridotto al 55,5% con un calo dell'1,5%.

"E’ un sondaggio, e deve essere preso come tale - ha commentato Andrea Gnassi. - Uno spunto di lavoro e non un giudizio. Seppure quello del Sole24 ore sui sindaci sia un consolidato riferimento per tutti. Resta molto alto il consenso intorno a questa amministrazione, anche se sono passati 10 anni dal suo insediamento: un’era geologica, visto che è stato un periodo molto difficile, stretto tra la crisi economica finanziaria globale degli anni ’10 e la pandemia. Questo consenso netto non è verso di me, ma il frutto di un lavoro collegiale e di risultati tangibili che la comunità può toccare ogni giorno. Non ho mai considerato i sondaggi come una Bibbia, sia quando favorevoli sia quando sfavorevoli Se il sondaggio dice una cosa, al netto delle fisiologiche oscillazioni percentuali nella forbice di un punto e mezzo o 2 punti,  guardando la progressione dei numeri in 10 anni (nel 2015, restando a questo strumento, eravamo al 46,5 per cento) è che il lavoro paga. Si consolida un consenso che si attesta tra il 55% e 57%. Un risultato di consolidamento forte per Rimini e per la sua volontà di cambiare, di scommettere. Nelle ultime elezioni regionali di un anno fa, il centrosinistra tra Rimini e provincia ha raccolto il 47.6%. Se guardiamo al trend dal 2011, 37% al primo turno, la crescita è quasi del 20%. E’ pur sempre un sondaggio, ma è un dato che alla fine del mandato, per una città colpita al cuore dalla pandemia, rappresenta un segnale importante. Un trend non da esaltare o su cui esultare, ma una base solida su cui investire i prossimi anni, la conferma che il consenso per la città che cambia è inscalfibile, guarda alla sostanza e non ai gruppi di interesse. Il ringraziamento va ai riminesi, per aver tenuto botta soprattutto nell’ultimo periodo così difficile, per aver creduto nella rivoluzione che abbiamo portato avanti in questi anni, che si è tradotta in cantieri e opere che creano disagi, ma una volta terminati ci riconsegneranno una città con nuovi orizzonti per il futuro, più forte e con un volto nuovo".

"Alla fine l’opinione su noi sindaci è semplice - prosegue il primo cittadino - siamo giudicati per quello che facciamo o non facciamo. Anche per me il giudizio, davanti a una scadenza del mandato ormai prossima, tra i dieci anni più difficili della storia recente italiana, sarà su quello che ho fatto o non ho fatto, in anni molto complessi, di grandi cambiamenti, di traumi collettivi epocali. Questo numero, questo sondaggio, dice poco ma indica un orizzonte: non si deve fermare il cammino di innovazione intrapreso, si deve perseverare nel’offrire orizzonti, progetti, visione, passione. La robustezza di un trend così forte dopo di dieci anni di rivoluzione radicale è una base per il futuro. Seppure la Riviera e Rimini, si veda il voto regionale dell’anno scorso, siano contendibili e soffrono di una certa distanza (si direbbe periferia) dal centro regionale e politico della regione stessa. E’ un incentivo ad andare avanti, a proseguire su questa strada. Cambiando, perché il mondo cambia. Intorno a questo si può e si deve creare partecipazione e anche consenso".

"L’eredità di questi lunghi anni sta soprattutto in questo - conclude il sindaco di Rimini - e non tanto e non solo in un numero che comunque, alla vigilia di una elezione amministrativa, resta per il centrosinistra una opportunità evidente di riconfermarsi al governo della città e uno strumento strategico contro un centrodestra assai insidioso sull’onda nazionale. E al di là delle alchimie e di una campagna elettorale che sarà breve e nervosa, io penso che alla fine Jamil Sadegholvaad sarà eletto sindaco perché porta con sé l’esperienza del buon governo, insieme a una capacità di fare squadra e di condivisione che introdurrà ancora innovazione, nuove idee, nuovi contributi, in sintonia con un mondo profondamente cambiato dalla pandemia in poi".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gradimento dei sindaci, l'appeal di Gnassi supera il 55% ma arranca in classifica

RiminiToday è in caricamento