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Cronaca

Homeschooling: sempre più i riminesi che educano i figli in casa

Complice anche l'epidemia di Coronavirus sono triplicati i numeri l’istruzione parentale con le famiglie che scelgono l'istruzione tra le mura domestiche

Gli studenti riminesi che studiano a casa sono quasi tripilicati nel corso del 2020/2021. È il dato sul fenomeno dell’homeschooling, cioè l’istruzione parentale. Un istituto in cui l’educazione dei figli è impartita dalle famiglie. La scuola è aperta a tutti: lo dice espressamente l’articolo 34 della Costituzione. Costituzione, art.30 “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti “.

Un’alternativa alla frequenza delle aule scolastiche contemplata dalla legge è rappresentata dall’istruzione parentale conosciuta anche come scuola familiare, paterna o indicata con i termini anglosassoni quali: homeschooling o home education. Tutte queste espressioni indicano la scelta della famiglia di provvedere direttamente all’educazione dei figli. I genitori qualora decidano di avvalersi dell’istruzione parentale devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico ha il dovere di accertarne la fondatezza. A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo (tratto da https://www.miur.gov.it/istruzione-parentale)

Nel periodo pre Covid nel corso dell’anno scolastico 2019/2020 erano solamente 6 le famiglie riminesi che avevano scelto di preparare a casa i propri figli. Numeri che in un anno, anche per lo scoppio della pandemia sanitaria,  sono quasi triplicati, arrivando nel corso del successivo anno scolastico, 2020/2021, a quota 17 (di cui 12 nelle scuole primarie, 2 nella scuola media e 2 negli istituti superiori). Numeri ancora irrilevanti sul piano generale, che variano nel corso dell’anno, ma la cui tendenza sembra essere in aumento anche per l’anno scolastico appena iniziato, visto che sono già 10 le famiglie hanno chiesto di avvalersi di questa modalità alternativa.

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