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Cronaca

Riviera Sicura: "Un hotel ha messo alla porta i rifugiati. Fatto grave, occorre supporto dalle istituzioni"

Il presidente Giosuè Salomone: "Riviera Sicura auspica che in pochi giorni riesca finalmente a decollare l'accoglienza istituzionale alla quale passare il testimone"

 Riviera Sicura esprime forte preoccupazione per le azioni di alcuni alberghi, non legati all'associazione, che rischiano di compromettere, se non vanificare, gli sforzi fin qui compiuti. “Siamo venuti a conoscenza – dice Giosuè Salomone, presidente di Riviera Sicura – che un hotel riminese, in nessun modo collegato a noi, ha messo alla porta donne e bambini senza nemmeno che si fosse prima trovata un'altra sistemazione. Conviviamo ogni giorno con le difficoltà legate ad una accoglienza in forma gratuita, ma l'aspetto umano e morale non può essere prevaricato da quello economico. E' un fatto grave. Non si possono mettere alla porta donne e bambini. I nostri hotel sono consapevoli che aprire le porte significa affrontare spese e lavorare 18 ore al giorno e lo stanno facendo con grande spirito umanitario, ma sappiamo che sul territorio, al momento, esistono almeno altre tre o quattro strutture, forse di più, legate ad altre associazioni di categoria o indipendenti, che stanno facendo accoglienza dietro promesse. Occorre vigilare, affinchè questi episodi non si ripetano o non se ne verifichino di più gravi”.

"Riviera Sicura auspica che in pochi giorni riesca finalmente a decollare l'accoglienza istituzionale alla quale passare il testimone", prosegue la nota. La stanchezza degli albergatori è fisiologica, al ventiduesimo giorno di accoglienza, e la macchina organizzativa dell'associazione cerca, quotidianamente, di risolvere le problematiche delle singole strutture: dai rifornimenti alimentari all'assistenza per le procedure di accoglienza, dalle attività ludiche per i bambini al supporto logistico. "Occorre fare in fretta per trovare soluzioni stabili per i rifugiati presenti sul territorio senza che i problemi gravino esclusivamente sugli alberghi che si sono prestati, ma che mai avrebbero immaginato che a quasi un mese dall'inizio della guerra, le istituzioni locali non avessero ancora messo in atto iniziative concrete e congrue al numero di arrivi", prosegue Riviera Sicura.

“Nessun albergo di Riviera Sicura – continua Giosuè Salomone – potrebbe mai mettere in strada una sola persona. Quando si libera una camera la rendiamo, anzi, subito disponibile per un'altra famiglia di rifugiati che non ha un tetto e quando un nostro albergo ha avuto necessità di liberare qualche camera siamo sempre riusciti a ricollocare gli ospiti in altre nostre strutture. E ove qualcuno dei nostri hotel si trovasse nell'impossibilità di proseguire l'accoglienza, allerteremmo le istituzioni per trovare soluzioni che garantiscano il prosieguo dell'ospitalità. Cercheremo anche di capire a che titolo stiano operando altre strutture non collegate a noi, al fine di segnalare alle autorità competenti eventuali comportamenti speculativi o che possano approfittare della disperazione”.

Proseguono, intanto tutte le attività di Riviera Sicura negli hotel: corsi di italiano, censimento della disponibilità al lavoro, attività ludiche per i bambini, animazione e assistenza.

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