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Cronaca

Gnassi e Lisi in visita agli alloggi del progetto "housing first" e alla struttura di accoglienza di via de Warthema

Sono circa 150 i posti letto attualmente disponibili sul territorio, suddivisi tra Caritas, Capanna di Betlemme (Apg XXIII), il progetto housing first e l’albergo sociale, mentre sono circa 2000 le persone all’anno ospitate alla mensa dei poveri di Sant’Antonio dei frati di santo spirito

Il sindaco Andrea Gnassi e il vicesindaco Gloria Lisi hanno incontrato giovedì mattina alcune delle persone coinvolte nel progetto housing first e hanno visitato la struttura di accoglienza di via De Warthema, appena aperta per contrastare l'emergenza freddo. Un’occasione per ascoltare le esperienze toccanti, dure, a volte incredibili di persone spesso lasciate ai margini della società. Come la storia di Vincenzo, una delle persone che coinvolte nel progetto housing first, un modello alternativo di intervento basato sulla progressiva de-istituzionalizzazione delle persone che vivono in una condizione di marginalità attraverso il rapido inserimento in abitazioni autonome. Un percorso supportato da un intenso lavoro di accompagnamento sociale e sostegno psicologico. Vincenzo aveva “una stuoia e dormivo sotto un ponte, al porto canale” racconta.

“Ho fatto sei mesi in una cabina al mare”. Poi l’opportunità dell’housing first, “mi sembrava un sogno. Quando sono entrato in casa mi sono chiesto: ma è vera?”. Storie di vite che riprendono un percorso e di speranze che si riaccendono. Come quella di una donna con alle spalle un lavoro da antiquaria, che adesso può pensare al futuro “magari, poco alla volta, potrò ricominciare a fare qualche mercatino” dice sfogliando i disegni dei vecchi “Topolino” e raccontando la sua passione per Rembrandt, “il più forte”, prima di regalare una cartolina dei primi del Novecento al sindaco.

“Sono gli ultimi degli ultimi – commentano Gnassi Lisi -. Persone, anche con problematiche psichiatriche, di cui nessuno si occupa e con cui molto spesso è difficile persino instaurare un rapporto, superare il muro della diffidenza. In questi casi le azioni emergenziali non bastano. Abbiamo avviato e costruito un progetto con competenza nel quale tutti, operatori e assistiti, si sono messi in gioco, e che forse non siamo riusciti a raccontare. Ma più che parlarne era importante realizzarlo e oggi siamo contenti di vedere i risultati”. Sindaco e vice hanno poi visitato l’ex stamperia di via De Warthema, che fino a metà aprile, sarà temporaneamente destinata a struttura di prima accoglienza notturna, potenziando con ulteriori 40 posti l'offerta assistenziale del Comune di Rimini. La struttura è stata assegnata alle associazioni “Rumori sinistri” e “No border” tramite un'istruttoria pubblica a cui sono stati invitati tutti i soggetti del terzo settore regolarmente iscritti nell'elenco del Comune di Rimini dell’Area povertà ed esclusione sociale. “In un quadro di regole e competenze, inseriamo nel progetto di ‘Rimini rete solidale’ anche questa ulteriore struttura – concludono sindaco e vicesindaco - ennesimo tassello di un welfare di comunità, aperto e condiviso con il territorio”.

Sono circa 150 i posti letto attualmente disponibili sul territorio, suddivisi tra Caritas, Capanna di Betlemme (Apg XXIII), il progetto housing first e l’albergo sociale, mentre sono circa 2000 le persone all’anno ospitate alla mensa dei poveri di Sant’Antonio dei frati di santo spirito. Uno spaccato di “Rimini rete solidale”, che attraverso i diversi interventi e progetti consente di accogliere e sostenere ogni anno circa 6000 persone, dall'accoglimento in struttura degli anziani e disabili, all’aiuto ai papà separati e agli ultracinquantenni che hanno perso il lavoro e sono scivolati in condizioni di vulnerabilità sociale, fino al ‘semplice’ contributo per le bollette e,  non da ultimo, l’accoglienza ai profughi.

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