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Cronaca

I bagnini di salvataggio alzano la voce: "Basta a contratti irregolari e pratiche vessatorie"

I "baywatch" puntano il dito contro la zona sud di Rimini, coi concessionari che la riduzione del servizio da 48 ore a 40, dove la Filcams-Cgil ha indetto lo stato di agitazione

Sono state 156 le persone soccorse nell'estate 2020 dai bagnini dell'Associazione di salvataggio della provincia di Rimini, di cui un terzo, 58, bambini. Ma il servizio è a rischio per via di una "pericolosa svalutazione professionale dei marinai di salvataggio in servizio sulle torrette", lancia l'allarme l'associazione. Tra contratti non regolari, per la quale si chiede invece uniformità; e "pratiche al limite del vessatorio, quando non esplicitamente ritorsioni tese a svilire il ruolo e la professionalità dei soccorritori", in particolare nella zona di Rimini Sud. E proprio per quell'area, ricorda la Filcams-Cgil, è stato indetto lo stato di agitazione. Senza dimenticare la volontà dei concessionari di ridurre il numero delle torrette e delle ore di servizio. Insooma il servizio è affidato "esclusivamente alla nostra professionalità disponibilità e passione", mandano a dire gli operatori di salvataggio. L'Associazione ha presentato il report dell'attività 2020, lanciando una serie di richieste, di cui promette di farsi portavoce la presidente dell'Assise legislativa regionale, e candidata sindaco a Rimini, Emma Petitti. I concessionari, conferma, chiedono la riduzione del servizio da 48 ore a 40 e in alcuni casi la rotazione delle torrette. Eppure lo scorso anno hanno ricevuto un contributo a fondo perduto di 1,5 milioni di euro per il servizio, oltre a 3,5 per far fronte ai costi maggiori causa pandemia. L'augurio è che la Regione "intervenga in modo fermo. sottolinea- basta alle richieste sulla pelle del salvataggio". Dal report sull'attività, entra più nel dettaglio l'associazione, emerge che nel 26% dei casi vengono soccorse due persone contemporaneamente, a conferma di "quanto sia importante la rapidita' d'intervento e la coordinazione tra piu' colleghi".

Nove casi su 10 avvengono in acqua e uno in spiaggia, e il 60% con l'uso del moscone: da questo punto di vista l'associazione "da anni" chiede l'utilizzo di moto d'acqua. Gli orari più "pericolosi" sono dalle 15.30 alle 17, circa il 29% dei casi, e dalle 17 alle 18.30, 24%. Risulta inoltre in crescita l'utilizzo del defibrillatore, su cui la formazione è costante in collaborazione con il 118. Proprio il 118 segnala che il 67% delle richieste di soccorso dalla spiaggia in Romagna hanno riguardato la provincia di Rimini. Per migliorare ulteriormente la qualità del servizio l'associazione chiede di incrementare la cartellonistica informativa, di aumentare la sorveglianza sui minori da parte dei genitori, che venga segnalato agli utenti quando le condizioni sono particolarmente pericolose e infine di modificare la data di inizio e conclusione del servizio. Battaglia su cui da anni è impegnata l'amministrazione comunale, ricorda l'assessore al Demanio di Rimini Roberta Frisoni partecipando al dibattito e appoggiando l'ipotesi di un servizio gestito dal pubblico in qualità di "stazione appaltante" con finanziamenti pubblici. È anche "importante", aggiunge, "lavorare sulla formazione prima di riprendere l'attività". Anche il consigliere regionale del Partito democratico Nadia Rossi concorda che la differenza di contratti e salari è una questione che "non può essere bypassata", cosi' come è "inaccettabile" che il servizio termini nel secondo weekend di settembre.

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