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Cronaca

I dati demografici di Rimini: una città di famiglie ma senza bambini

Secondo i dati diffusi dal comune, sono in aumento i giovani tra i 18 e i 39 anni che vivono ancora nella famiglia di origine

“Altro che bamboccioni!– è il commento del Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini, Gloria Lisi – come qualche anno fa sono stati in maniera infelice etichettati da un ex ministro; quello riguardante la permanenza dei giovani nelle proprie famiglie rappresenta una criticità ed un allarme di dinamiche sociali ed economiche ben più serie e complesse, sintomo di un disagio sociale troppo spesso sottaciuto. Per molti di questi giovani, precari nel lavoro e nel welfare i genitori fungono da unico, vero e proprio ammortizzatore sociale. Sono figli di una generazione ignorata e maltrattata dai governi, anche perché politicamente non sono rappresentati, a differenza degli over 65, che in un paese vecchio come l'Italia rappresentano invece buona parte dell'opinione pubblica. Anche per questo i buchi del welfare italiano riguardano sopratutto loro; in un paese dove la spesa sociale tocca il 30% del pil, per i giovani precari non c'è ancora nulla, perchè il rigido welfare nostrano è ancora tarato sull'antiquato e inattuale modello del lavoro stabile e della spesa previdenziale. Ecco allora che vivere con i genitori, anche in età non più giovanissima, può diventare una strategia per prevenire la povertà. A loro dovremmo chiedere scusa, invece di usargli anche ironie. L'autonomia è tale solo se sorretta da un mercato del lavoro aperto, innovativo, inclusivo ed un sistema di welfare moderno e dinamico. Solo così per un giovane sarà possibile, ad esempio, ottenere un mutuo e mettere su casa o, per una giovane famiglia, un figlio tornare ad essere una gioia e non un gravoso capitolo di bilancio famigliare che rischia di spostare il loro status alle soglie della povertà. Il Comune di Rimini investe circa un terzo del proprio bilancio per servizi di welfare legati alla progressiva autonomia dei soggetti coinvolti, ma questo non basta, perchè queste dinamiche non possono essere affrontate solo a livello di singoli enti locali ma da riforme strutturali a livello di governo centrale”.

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