rotate-mobile
Cronaca

I pezzi di ricambio per i respiratori polmonari prodotti con le stampanti 3D: il progetto del Tecnopolo

Il progetto portato avanti da un gruppo di ricercatori di Rimini rientra fra i cinque che l'Università di Bologna ha sviluppato dall'inizio dell'epidemia a oggi

C'è il laboratorio per validare le mascherine e quello per produrre con stampanti 3D i pezzi di ricambio dei ventilatori polmonari. C'è il monitoraggio a distanza dei pazienti covid e ci sono nuove tecniche di diagnosi rapida degli asintomatici. E c'è persino lo studio di nuove mascherine fatte con le nano-fibre. E' l'elenco dei cinque progetti di ricerca che l'Alma Mater di Bologna ha sviluppato dall'inizio dell'epidemia a oggi e che ora ha riunito in un'unica campagna di crowdfunding, dal titolo 'Proteggere e curare', per raccogliere fondi e donazioni con cui portarli avanti. L'Ateneo ha intenzione di strutturare queste attività creando laboratori specializzati al proprio interno, pensando anche a eventuali nuove epidemie future.

Tra le cinque attività di ricerca per le quali l'Alma Mater cerca sostegno c'è l'ormai famoso laboratorio di validazione delle mascherine e di altri presidi sanitari, messo in piedi pochi giorni dopo l'esplosione dell'emergenza, guidato da Cristiana Boi (Ingegneria civile) e Francesco Saverio Violante (Medicina del lavoro). "Superata l'emergenza - spiegano - sarà necessario avere un laboratorio universitario specializzato che sia operativo in modo permanente, in modo da poter validare rapidamente mascherine, camici e altri dispositivi protettivi, essenziali in caso di nuove crisi sanitarie". A questo si aggiungono altri due laboratori. Il primo, promosso da Andrea Zucchelli (Ingegneria industriale), Maria Letizia Focarete (Chimica) e Davide Fabiani (Ingegneria elettrica), si concentrerà sulla produzione di cosiddette nanofibre con cui rivestire i comuni materiali e filtri per mascherine, dando loro una maggiore capacità protettiva rispetto a virus e batteri. Il secondo progetto, portato avanti da un gruppo di ricercatori del Tecnopolo di Rimini guidati da Sara Bagassi (Ingegneria industriale), prevede invece la produzione rapida con stampanti 3D di elementi e pezzi di ricambio per i respiratori polmonari.

Un altro dei cinque progetti di ricerca al centro della campagna di crowdfunding lanciata dall'Alma Mater di Bologna ha l'obiettivo di sviluppare nuove tecniche di diagnosi rapida per contenere l'epidemia da coronavirus. Nato dalla collaborazione del gruppo di ricerca di Giuseppe Gasparre e Caterina Garone (Scienze mediche) con alcune unità operative del Policlinico di Sant'Orsola di Bologna, il progetto è già stato avviato su un campione di 100 pazienti asintomatici o con sintomi lievi, sulla cui base ora i ricercatori prevedono di arrivare alla validazione della nuova metodologia, che offrirebbe una riduzione dei tempi di diagnosi, del rischio di contaminazione e una piu' facile individuazione anche dei soggetti già infettati dal virus. La quinta ricerca, infine, riguarda il monitoraggio a distanza dei pazienti affetti da covid-19, in modo da diminuire il rischio di contagio senza compromettere l'assistenza dei malati. Il progetto, presentato da Igor Diemberger (Medicina specialistica) e Lorenzo Chiari (Ingegneria elettrica), punta in particolare su dispositivi non invasivi, simili a quelli già utilizzati per tenere sotto controllo le persone che soffrono di scompensi cardiaci. Un sistema che permette dunque la verifica costante del paziente senza contatto fisico e che potrebbe essere utilizzato anche per controllare chi e' in convalescenza fuori dall'ospedale.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I pezzi di ricambio per i respiratori polmonari prodotti con le stampanti 3D: il progetto del Tecnopolo

RiminiToday è in caricamento