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Cronaca Coriano

I sindaci dell'entroterra si ribellano: "Come affamare un intero settore a suon di Dpcm"

Coriano, Montefiore e San Leo: "E' giunto il momento di ribellarsi al sistema e di mutuare le buone pratiche della Repubblica di San Marino con un’ordinanza ad hoc"

I sindaci di Coriano, Montefiore Conca e San Leo si ribellano e scendono in difesa di chi produce lavoro e sostiene famiglie intere, e in tanti sono pronti a schierarsi con loro. "L’entroterra riminese non ci sta", tuonano i primi cittadini ricordando che il 2020 è stato un anno durissimo sotto il profilo sanitario ed economico. "Siamo da 10 mesi e più in emergenza e anche se a marzo Conte sosteneva di avere tutto sotto controllo - proseguono i sindaci - ad oggi assistiamo ad un pressapochismo amministrativo nazionale al quale noi sindaci di campagna non vogliamo arrenderci.  Come è possibile dopo gli innumerevoli errori commessi, arrivare ad una settimana dalle festività natalizie e non sapere cosa succederà in questi giorni? Ristoranti, bar, pasticcerie e tutti gli operatori economici si sono adeguati pazientemente a tutte le regole scritte e cambiate ad ogni Dpcm, nella speranza di poter guadagnare un giusto profitto, eppure dobbiamo ancora capire se resteranno aperti oppure no. Questo è il sentimento che pervade i Primi Cittadini, pensando alle attività del settore Ho.Re.Ca che cercano di sopravvivere nei loro territori, nonostante gli annunci di Roma di una lenta e inesorabile eutanasia del settore".

"Manca il rispetto per il lavoro inteso come organizzazione delle risorse umane - aggiungono. - Manca il rispetto per il settore privato, manca il rispetto per l'intelligenza umana. Vietare la libertà personale è incostituzionale, chiudere le attività a giorni alterni è schizofrenia amministrativa, una patologia alle quale non ci vogliamo assuefare per non spegnere la speranza. Nei nostri comuni le regole vengono rispettate e grazie a questo si è cercato di recuperare il fatturato estivo, anche attraverso l’organizzazione di eventi in piena sintonia con i dettami governativi. Ad oggi non sappiamo se il governo riuscirà a ristorare le perdite di avviamento di tanti imprenditori coraggiosi che hanno scelto i nostri territori. Ma è certo che nei nostri comuni come in tutta la Romagna gli imprenditori sono abituati a produrre lavoro e insieme ai propri dipendenti fanno sacrifici e sono pronti a farne tanti altri pur di salvare le proprie attività. Eppure, ancora una volta siamo trattati alla stregua della costa, delle aree metropolitane, che per nostra natura e scelta di vita abbiamo deciso di non replicare. I borghi storici dell’entroterra hanno una specifica identità legata al “buon vivere”, una propria economia costellata di artigiani e piccole realtà produttive; forse è giunto il momento di ribellarsi al sistema e di mutuare le buone pratiche della Repubblica di San Marino con un’ordinanza ad hoc a difesa delle nostre imprese".

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