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Cronaca

Il basista della banda dei bancomat arrestato a Rimini

L'indagine della squadra mobile della Questura di Bologna e i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale ha permesso di catturare 11 persone

La squadra mobile della Questura di Bologna e i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale hanno eseguito 7 fermi di indiziati di delitto, emessi dalla Procura, nei confronti di altrettanti appartenenti a una banda criminale specializzata nell'assalto ai bancomat. Si tratta di 7 persone di un'età compresa tra i 24 e i 71 anni, arrestate al termine di due indagini condotte, rispettivamente, dalla squadra mobile e dai militari dell'Arma. Durante le perquisizioni, ad alcuni dei componenti della banda è stato sequestrato materiale esplodente, tra cui una 'marmotta' pronta all'uso.

L'attività d'indagine scaturisce dalla collaborazione con la Questura di Pistoia, provincia nella quale il gruppo, già nel mese di gennaio, si era reso responsabile del furto di un'Alfa Romeo Giulietta e di due targhe appartenenti a un'altra auto dello stesso tipo. All'interno della Giulietta rubata e poi abbandonata nella fuga dai malviventi, sono stati rinvenuti degli strumenti da scasso corrispondenti a quelli utilizzati dalla criminalità bolognese per gli assalti ai bancomat. Gli elementi raccolti in quell'occasione e i successivi accertamenti hanno permesso agli investigatori di affermare che una batteria criminale di stanza a Bologna fosse attiva e operante, riconducendone l'attività a diversi colpi registrati in ambito regionale e nazionale, con riscontri relativi a diversi sopralluoghi svolti dai membri banda sui possibili obiettivi da colpire, in particolare nel bellunese e nella provincia di Padova, con ripetute soste nei pressi di vari bancomat di istituti di credito per vagliarne le caratteristiche e la fattibilità. La 'batteria' avrebbe quindi messo in atto una nuova strategia, cioè rubare un'auto da utilizzare per ogni "colpo", abbandonando il veicolo successivamente, così da evitare l'impiego di un'autorimessa. Altro particolare emerso dalle indagini è che le macchine utilizzate risultano sempre essere delle Alfa Romeo Giulietta, con cui il gruppo criminale ha consolidato una tecnica di furto "altamente professionale", agendo, cioè, sulla centralina di accensione della macchina.

I provvedimenti restrittivi sono il risultato di due differenti indagini, una condotta dall'ufficio investigativo della polizia di Stato direttamente nei confronti dei presunti responsabili degli assalti ai bancomat, l'altra condotta dall'Arma dei carabinieri che, sebbene in altro contesto, ha fornito, spiegano gli investigatori, "utili elementi a riprova di quanto già raccolto nei confronti della maggior parte degli appartenenti al gruppo". Carmelo Galeandro, 47 anni, sarebbe risultato esserne il capo e fulcro centrale. Al suo fianco avrebbe operato il fratello minore Luca. Antonio De Bortoli, 71 anni, che sarebbe stato presente in quasi tutti i fatti contestati, avrebbe svolto il ruolo di staffetta, supporto e soccorso, sia durante il furto della Alfa Romeo Giulietta da utilizzare, sia durante il colpo. Massimiliano Franzoni, 49 anni, si sarebbe occupato anche di trasportare il materiale utilizzato per manomettere e far esplodere il bancomat, e avrebbe svolto un ruolo attivo e operativo durante gli assalti. Giovanni Stasi, 30 anni, si sarebbe occupato dei sopralluoghi e avrebbe partecipato a uno dei tentativi di assalto, per poi essere allontanato dal gruppo a causa degli scontri avuti con il capo banda.

Gabriele Brandoli, 46 anni, avrebbe partecipato in un'unica occasione, in sostituzione di uno dei soliti componenti, momentaneamente allontanato dal gruppo perché ritenuto troppo sotto la lente di ingrandimento da parte delle forze dell'ordine. Stabile partecipante a tutti i colpi sarebbe stato Luigi Grasso, latitante sin dal mese di marzo di quest'anno perché sottrattosi all'esecuzione di un'altra misura restrittiva emessa nei suoi confronti. Durante le perquisizioni eseguite dalla squadra mobile di Bologna nelle abitazioni dei due dei principali indagati è stata rinvenuta e sequestrata un'auto utilizzata come staffetta, oltre a numerosi strumenti utilizzati dalla banda per l'effrazione delle bocchette dei bancomat, circa 3 chili di sostanze chimiche in polvere di diversa natura, utilizzate per confezionare miscele esplosive, e 8 strumenti artigianali chiamati "marmotte o "palette", tra cui uno pronto per essere utilizzato e quindi carico di esplosivo, per la cui messa in sicurezza è stato necessario l'intervento specializzato degli Artificieri della polizia di Stato. Al termine delle operazioni, gli arrestati sono stati condotti in carcere, ad eccezione di Stasi, rintracciato a Rimini, e sono tutti in stato di isolamento.

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