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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il cantiere dello Spazio Tondelli ha ospitato Eden, performance-evento firmata da Michele Di Stefano

Uno spettacolo memorabile che ha entusiasmato il pubblico e ha riacceso le luci sul nuovo teatro in via di riqualificazione

Grande successo per Eden, la performance-evento che domenica 24 e lunedì 25 aprile ha riportato il pubblico allo Spazio Tondelli. Dalle 11 di mattina fino alle 10 di sera, il teatro riccionese – in piena ristrutturazione – ha accolto nel suo cantiere i danzatori del gruppo mk, impegnati in una coreografia firmata da Michele Di Stefano, artista di fama internazionale già premiato con il Leone d’argento alla Biennale Danza di Venezia. Tutte esaurite le repliche della performance, una danza onirica e segreta eseguita da un solo danzatore per un solo spettatore alla volta. Rappresentazione del primo incontro fra due persone, la coreografia di Michele Di Stefano ha trovato nello Spazio Tondelli un ambiente pieno di suggestioni, un cantiere creativo nel senso letterale del termine, capace di allargare verso nuovi orizzonti l’interpretazione degli spettatori e dei danzatori che si sono alternati in scena. Diviso fra i segni del passato e l’attesa del futuro, il teatro in costruzione grazie a un gioco sapiente di luci e ombre si è trasformato in un eden sui generis, materico e primordiale, che agli spettatori ha di volta in volta ricordato un paesaggio desertico e lunare, una spiaggia avvolta dalla notte, un’imponente cattedrale gotica. Al suo interno, è andata in scena una celebrazione dei sensi, della bellezza dei corpi e della potenza rigenerativa del gesto.

La performance riccionese, a cura di Lorenzo Conti, ha rappresentato una novità anche per il gruppo mk. Per la prima volta infatti lo spettacolo lasciava gli spazi scenici tradizionali approdando in un teatro in divenire, un cantiere a tutti gli effetti. In quegli stessi luoghi Michele Di Stefano si era esibito una ventina di anni fa, ai tempi in cui lo Spazio Tondelli ancora si chiamava Teatro del Mare. Il suo legame affonda però ancora più indietro nel tempo. In una lettera consegnata a ogni spettatore al termine della performance, Di Stefano ha ricordato il suo  rapporto con la città, iniziato già durante l’adolescenza: “Quando sono venuto qui per la prima volta era l’inizio degli anni ottanta, puoi immaginare come fosse, c’era una certa mitologia nell’aria, un’estate a Riccione… dopo un giorno avevo già trovato chi come me gironzolava per la città a caccia di una via di fuga, tempo due giorni ed eravamo più di cinque… un’attrazione nell’aria mi confermava che ero nel posto giusto dove ripensare la mia vita all’ombra di una piccola comunità temporanea, a Riccione ad agosto. E così è stato, questo è il posto dove mi sono reinventato”. Ancora oggi la città regala emozioni simili: “Ogni volta che torno qui ho quella sensazione nel corpo. Inventa la tua vita, cedi allo spazio, il mare sta lì apposta, questa atmosfera un po’ selvatica pure. D’inverno, d’estate questo posto mi fa sempre venir voglia di fare una deviazione e sparire in una nuova vita. Non c’è psicologia nella danza che hai appena visto, ma c’è di sicuro questa deviazione, esporsi per sparire, prendere il largo ed essere allo stesso tempo così intimi.”

La deviazione riccionese di questo maestro della danza internazionale è destinata a prolungarsi. Nell’autunno prossimo Michele Di Stefano sarà infatti tra i protagonisti del 26° Riccione TTV Festival, rassegna con cui dal 1985 Riccione Teatro indaga i rapporti fra arti sceniche e video, esplorando le forme più originali di innovazione teatrale. “Di incontrarti ancora qui, questo mi auguro poi, in una città dove il mio ricordo preciso è un moto turbolento dello spirito” conclude Di Stefano nella sua lettera. “Senti l’aria che c’è qui, come ti cambia l’umore?”

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