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Cronaca

Il Comune di Rimini teme che la tassa di soggiorno "sparisca come l'Imu"

In ballo i sette milioni di euro all'anno di ricavi che per l'assessore Brasini sono serviti "a finanziare il Piano di salvaguardia di balneazione, la cura del verde, il restauro dei contenitori culturali, l'organizzazione di eventi e la loro sicurezza"

Il dubbio che la tassa di soggiorno possa fare la stessa fine dell'Imu agita i sonni dell'assessore al Bilancio del Comune di Rimini, Gian Luca Brasini. Proprio in città, alle fiere del turismo organizzate da Italian ExhibitionGgroup, il ministro Gian Marco Centinaio ha annunciato cambiamenti per renderla veramente di scopo. Come già è, ricorda Brasini: Rimini l'ha introdotta nel 2012 e i sette milioni di euro all'anno di ricavi sono serviti "via via a finanziare il Piano di salvaguardia di balneazione, la cura del verde, il restauro dei contenitori culturali, l'organizzazione di eventi e la loro sicurezza". Qui "come nella località costiere romagnole, a Milano, Bologna, Firenze, Napoli o Venezia- prosegue l'assessore- ha lo scopo esclusivo di sostenere e alimentare i progetti e le iniziative che elevino la qualità della destinazione". Dunque "le parole del ministro Centinaio non mi paiono così rivoluzionarie. A meno che", e Brasini si rifà all'andreottiano 'a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca', "la dichiarata svolta non sia solo la premessa affinchè l'ormai unica leva di fiscalità a beneficio dei Comuni ad alta valenza turistica, in assenza di qualunque politica nazionale industriale e di investimenti sul turismo, venga assorbita in toto o in parte proprio dallo Stato per una successiva 'ridistribuzione'". Come successo per l'Imu, presentata come "modello nuovo fiammante di fiscalità popolare" rispetto all'Ici, "si è ridotta alla robusta 'fichè presa unilateralmente per sè dallo Stato". E sulle "successive restituzioni 'il calcolo dei dadi' non è mai tornato". Diverso sarebbe, conclude Brasini, se l'intenzione fosse "richiamare semplicemente all'utilizzo specifico e originario dell'imposta di soggiorno". Ma a Rimini, ribadisce, "si è fatto, si sta facendo e si farà in questo unico, esclusivo modo".

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