Il Comune esenta dai tributi Tari e Cosap le attività a cui è stata imposta la chiusura
L'assessore Brasini: "E' un impegno enorme, che mette a repentaglio la nostra tenuta, ma è un gesto politico forte, lo faremo"
Scatta l'esenzione di Tari e Cosap per le attività di Rimini costrette a chiudere per l'emergenza coronavirus. Dopo il rinvio al 31 luglio di tutte le scadenze delle tariffe locali, un'operazione da 21 milioni di euro, il Comune ha deciso di fare un passo in più. O meglio, di "gettare il cuore oltre l'ostacolo", come afferma l'assessore al Bilancio, Gianluca Brasini, oggi in video-conferenza stampa. "E' un impegno enorme, che mette a repentaglio la nostra tenuta - afferma Brasini - ma è un gesto politico forte, lo faremo". Nel complesso, il Comune stima per tutto il 2020 minori entrate per 50 milioni di euro, di cui l'esenzione di Tari e Cosap dovrebbe costare intorno ai sei-sette milioni. I due tributi, spiega l'assessore, saranno azzerati "per il periodo definito dal Dpcm come lockdown, andando a vedere i codici Ateco per verificare a chi davvero è stata imposta la chiusura". Per quanto riguarda la tassa dei rifiuti, in particolare, "è un principio etico - afferma Brasini - chi inquina paga, chi non inquina non paga".
Sulla tassa di occupazione di suolo pubblico, inoltre, il Comune sta studiando un'ulteriore agevolazione: ovvero la gratuità per gli spazi aggiuntivi a favore dei pubblici esercizi nell'ambito del progetto 'Rimini open space'. "Stiamo mettendo in piedi una task force insieme alle categorie", afferma l'assessore. Il provvedimento annunciato oggi, che dovrà passare dall'approvazione del Consiglio comunale, dovrebbe scattare da giugno. "Vorremmo anche riuscire ad avere nello stesso momento una riduzione del costo della Tari per il Comune", che si aggira sui 42 milioni di euro.
"Stiamo lavorando su tutti i tavoli per questo", afferma Brasini. E non solo. Perché il Comune di Rimini metterà in campo l'esenzione "assumendo i rischi senza coperture", sottolinea l'assessore. Che quindi lancia un appello allo Stato. "Se non si sterilizzano queste minori entrate, sarà durissima- avverte- lo sforzo va fatto da parte di tutti, è una scommessa per il futuro". L'esenzione dei tributi locali, continua Brasini, si può fare "se il lockdown è un periodo ragionevole, circa tre mesi. Altrimenti salta tutto: saltano le imprese e saltiamo anche noi con loro. Se le aziende dicono che consegnano le chiavi, noi siamo nella stessa situazione". In altre parole, chiosa l'assessore, "dobbiamo ripartire il prima possibile e con un modello che renda sostenibile l'attività economica, per tutti".