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Cronaca

Il Consiglio di Stato dichiara illegittime le proroghe delle concessioni balneari

L'estensione sarebbe contraria al diritto europeo in quanto sussiste "in via generale l’illegittimità di una normativa sulle proroghe ex lege della scadenza"

Il Consiglio di Stato a poche settimane di distanza contraddice se stesso sulla legge che ha differito di quindici anni la scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti. Lo scorso 24 ottobre la sezione V del massimo tribunale amministrativo, con diverse sentenze aventi stesso contenuto e motivazione in una serie di contenziosi identici, in cui si contestava l’avvio da parte di un Comune della procedura di pubblica evidenza su concessioni demaniali marittime, aveva dichiarato "l’improcedibilità" degli appelli promossi dal Comune in quanto "la concessione, di cui si contesta la mancata proroga, risulta in realtà prorogata dal sopravvenuto art. 1, commi 682 e seguenti, della legge n. 145 del 2018". Al contrario, con la sentenza nr. 7874 depositata il 18 novembre, il Consiglio di Stato, questa volta sezione VI, in un contenzioso in cui si chiedeva a un Comune proprio l’indizione di una gara per un’area demaniale oggetto di concessione in essere, ha dichiarato che "la più recente proroga legislativa automatica delle concessioni demaniali in essere fino al 2033, provocata dall’articolo unico, comma 683, legge 30 dicembre 2018 n. 145" sarebbe contraria al diritto europeo in quanto sussiste "in via generale l’illegittimità di una normativa sulle proroghe ex lege della scadenza".

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