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Cronaca

Il Covid rialza la testa, la curva epidemica punta verso l'alto

Altini: "Aumentano le positività, non siamo più nella fase in cui mancava il vaccino. Ora ci sono e i tempi per effettuarlo veloci. I mesi invernali che ci aspettano sono impegnativi dal punto di vista della circolazione del virus"

L'Ausl Romagna ha diffuso il bollettino coi dati dell'ultima settimana sull'andamento del Coronavirus nel suo territorio dal quale emerge una ulteriore tendenza al rialzo della curve epidemica. Nel periodo dall'25 al 31 ottobre, che prende in considerazione i casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo, si sono registrate si sono registrate 903 positività (3,1%) su un totale di 28.908 tamponi.  Si registra un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+68). Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID, che ci pone nel livello verde 2, ossia un livello di occupazione dei posti letto in malattie infettive maggiore del 70%. In totale sono ricoverati 90 pazienti, di cui 7 in terapia intensiva.

La situazione nella provincia di Rimini vede la curva epidemica tornare a salire ancora di più rispetto alla settimana scorsa. Nel periodo analizzato dall'Ausl, infatti, si sono avuti 251 nuovi casi positivi (erano 183 la scorsa settimana) distribuiti in maniera quasi identica nei due distretti: quello riminese che conta un'incidenza di 66 malati ogni 100mila residenti mentre la zona sud, che in passato contava numeri più alti, ha un'incidenza di 69 malati ogni 100mila residenti.

La situazione dei ricoveri, rispetto alla precedente rilevazione, ha avuto una nuova impennata del 21,6%: sono infatti 90 i pazienti che si trovano in terapia sub-intensiva (74 la scorsa settimana) e 7 in Terapia intensiva con anche questo ultimo dato in salita. Dall'analisi emerge come il numero dei ricoverati in Terapia intensiva sia in netto aumento tra quelli che non hanno fatto il vaccino o non hanno concluso la campagna vaccinale. Nell'ultima settimana sono stati 14 i decessi per Covid registrati in Romagna di cui 1 nella provincia di Rimini che portano il totale dall'inizio dell'epidemia a 1104. Al momento, sull'intera Area vasta, risultano 219 sanitari sospesi per non aver voluto effettuare la vaccinazione. Sul fronte della scuola, in provincia di Rimini risultano in quarantena gli alunni di 9 classi: 3 nella fascia della scuola primaria, uno nella scuola secondaria di primo grado e 3 nella scuola secondaria di secondo grado. Allo stesso tempo non risultano focolai in case di riposo o in strutture intraospedaliera.

Per quanto riguarda la campagna vaccinale, i dati del riminese indicano che ad aver completato il ciclo per la copertura è il 75% della popolazione, il dato più basso di tutta la Romagna. Nel dettaglio, il 94% degli over 80, dell'87% per la fascia 70-79, del 82% per la fascia 60-69, del 76% per la fascia 50-59, del 68% per la fascia 40-49, del 65% per la fascia 30-39, del 70% per la fascia 20-29 e del 57% per la fascia 12-19.

“Anche questa settimana - commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario Ausl Romagna - assistiamo sul territorio della Romagna ad un aumento delle positività. Un dato che conferma ancora una volta di più la necessità di non abbassare la guardia, in termini di misure di prevenzione da mantenere alte. Ma l’aspetto che ancora una volta vorrei mettere in evidenza, è l’importanza che la vaccinazione riveste per neutralizzare l’effetto del virus dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri, o peggio ancora dalla necessità di finire nelle Terapie Intensive. I dati che pubblichiamo ancora una volta sul bollettino di questa settimana, forniti dal “Rapporto Monitoraggio dell’impatto della campagna di vaccinazione sulle infezioni da Covid-19  in Emilia Romagna, aggiornati al 26 ottobre, evidenziano ancora una volta come anche in Romagna, il rischio di contrarre il virus per i non vaccinati sia di circa 3 volte maggiore rispetto ai vaccinati e  5 volte maggiore di essere ricoverati . Questi dati elaborati e ricavati da analisi di più lungo periodo, descrivono bene nero su bianco di cosa stiamo parlando. Ecco perché l’esortazione continua ad essere la stessa. Non siamo più nella fase in cui mancava il vaccino. Ora i vaccini ci sono e i tempi per effettuarlo veloci. Invitiamo quindi tutti i soggetti, invitati in questa fase alla vaccinazione, a non esitare o attendere. I mesi invernali che ci aspettano sono impegnativi dal punto di vista della circolazione del virus e soprattutto delle condizioni favorevoli per sviluppare l’infezione. Un invito preciso che rivolgo in primo luogo agli operatori sanitari, che hanno toccato direttamente con mano le conseguenze peggiori che il virus comporta”.

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