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Cronaca

Il filosofo Petrosino incanta l'Astra: "Dopo l'epidemia dovremo essere più seri nel vivere il tempo"

"L'epidemia che ci ha colpito - dice il filosofo - si è manifestata con la violenza dell'imprevedibile. Eppure prevedere e decidere il proprio benessere è oggi tra le condizioni principali della nostra società"

Il filosofo Silvano Petrosino ha affascinato venerdì sera la platea dell'Astra strappando più volte un sorriso al pubblico. "L'epidemia che ci ha colpito - dice il filosofo - si è manifestata con la violenza dell'imprevedibile. Eppure prevedere e decidere il proprio benessere è oggi tra le condizioni principali della nostra società".

Petrosino ha riflettuto sul dramma del Covid a partire dalle parole che usiamo per spiegare questo evento e le sue conseguenze: perché, dice il filosofo, il "futuro" è diverso dall'"avvenire", il "mondo" dal "reale", la "scienza" dagli "scienziati", l'ottimismo" dalla "speranza", ma anche perché la modalità del "morire" ci ha atterrito più della "morte" in sé, fino a comprendere che l'autentica "libertà" non consiste nel fare ciò che si vuole.

Come ci ha cambiato l'epidemia? Che cosa possiamo fare per non farci sopraffare? "Dovremo essere più seri nel vivere il tempo, che non è mai solo il "nostro tempo", il tempo delle nostre "urgenze private"", afferma il filosofo, indicando un atteggiamento per il "dopo" e citando La peste di Camus: "Bisogna restare, accettare lo scandalo, cominciare a camminare nelle tenebre e tentare di fare il bene". La rassegna prosegue venerdi 12 novembre con Marcello Veneziani.

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