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Cronaca Riccione

Il G20Spiagge a Riccione: "Difendiamo insieme le spiagge Made in Italy"

Dal summit l'urlo degli operatori contro l'asta sulle concessioni demaniali e la proposta di far riconoscere lo status di città balneare

"Le nostre imprese locali, fatte di famiglie e di tradizione, sono un valore imprescindibile per i nostri territori". Lo sottolinea la sindaco di Riccione, che ospita il summit, Renata Tosi, aprendo questo pomeriggio il G20 delle spiagge, network dei Comuni balneari con almeno un milione di presenze, che ha come obiettivo il riconoscimento dello status di Città balneare per tutelare e valorizzare le destinazioni balneari. Due giornate di lavoro al Palariccione, aperte a tutte le 334 mete balneari italiane per "poter avere da tutti un contributo, un aiuto e un supporto in questi momenti così particolari", spiega Tosi. Il momento storico legato alla crisi geopolitica internazionale "crea molta incertezza e quindi pone anche noi di fronte a una determinazione molto importante", aggiunge la prima cittadina, precisando che "le spiagge e le imprese balneari sono una ricchezza e un patrimonio importante per la nostra comunità". Da questo summit, anticipa, "uscirà una proposta concreta di pochi punti per chiedere a Roma di approdare al riconoscimento di taluni elementi di facilitazione per l'esercizio della nostra attività quotidiana".

Durante il convegno dedicato alle concessioni demaniali voce alle associazioni sulla riforma: il presidente di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli mette in luce come sia "indispensabile da parte dello Stato intervenire quanto prima sia sulla riforma strutturale sia sulla questione erosione costiera per garantire un futuro sicuro al sistema turistico". Nella consapevolezza, fa eco il collega di Confartigianato Imprese Balneari Mauro Vanni, che "la salvaguardia delle imprese balneari è garanzia per la tutela del turismo balneare e per gli investimenti necessari per competere turisticamente a livello internazionale". Dunque, prosegue la presidente nazionale di Cna Balneari Sabina Cardinali, "per scongiurare il dispiegarsi, incontrollato, di effetti destrutturanti in ordine alla tenuta economico-sociale del settore turistico-ricreativo legato al rilascio delle concessioni balneari, è di assoluta importanza la messa a riparo dell'attuale modello di gestione del demanio marittimo". Con la possibilità attraverso il cosiddetto doppio binario della continuità aziendale per le attuali imprese e nuove iniziative imprenditoriali su aree disponibili.

Sono "decine di migliaia" le aziende, ricorda Antonio Capacchione di Sib-Confcommercio, per la maggior parte a conduzione familiare, che "da troppo tempo vivono in una situazione di totale incertezza: non è più rinviabile un percorso di riforma della materia" e da questo punto di vista "la riforma contenuta nella vigente legge è valida e opportuna: da applicare non da abrogare". Quella del governo, invece, è "inaccettabile non solo perché pasticciata con disposizioni di competenza regionale e comunale ma soprattutto per l'assenza di adeguate ed effettive tutele dei concessionari attualmente operanti". L'esecutivo, afferma il segretario generale di Oasi Italia Diego Casadei ha "il diritto ma anche il dovere di difendere il suo sistema balneare, fiore all'occhiello del turismo italiano, e le micro imprese su cui si basa". Senza dimenticare che "la diversità è la nostra forza", rimarca il presidente regionale Assobalneari-Confindustria Emilia-Romagna Ezio Filippucci, e "questa varietà si declina in una struttura articolata fatta di piccole, medie e piccolissime imprese. L'Ue auspica la valorizzazione di questo tipo di attività e la nascita di nuove realtà simili". Da qui l'invito alle imprese balneari italiane a "sentirsi un sistema forte e unito che dà la possibilità di investire su se stesso e sul futuro". Lo slogan lo dà Laila di Carlo della Base Balneare: "Difendiamo insieme le spiagge Made in Italy".

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