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Cronaca

Il garante dei detenuti del Comune di Rimini batte cassa

A distanza di un anno dalle polemiche sul rimborso spese dell'incarico, il vice sindaco Gloria Lisi si dice possibilista

Nl suo reporto, il garante dei detenuti riminesi punta, da un lato, il dito contro il magistrato di sorveglianza e dall'altro sottolineando la sua "solitudine e frustrazione", con una serie di richieste. Nel corso dell'anno sono state quattro le visite ispettive effettuate e 55 i colloqui individuali con 40 detenuti, da cui è emersa una serie di problemi. Per esempio c'è difficoltà a fare entrare cibo per una questione strutturale: non c'è un luogo per l'ispezione e pesa la carenza di personale. I Casetti è inoltre sopra la capienza di 120 persone con 172 detenuti, di cui 92 italiani e 80 stranieri, è 62 già condannati. Con i quali, sottolinea, è più semplice un progetto educativo. Per tutti vige il regime carcerario di stanze detentive aperte, ovvero per nove ore al giorno i detenuti possono circolare nella sezione di appartenenza senza vincolo, facendo socialità con gli altri reclusi.

Una nota dolente viede dalla sezione Vega per i transessuali, al momento quattro: "Si sentono isolati", anche dalle associazioni, rimarca Pruccoli. Comunque, aggiunge il garante, sono stati attivati laboratori come quello sui murales. La grande difficoltà è però legata al magistrato di sorveglianza, che non dà risposta alle richieste. Così solo un detenuto ha praticato per un mese i lavori di pubblica utilità; per i corsi di panificazione su 10 richieste ne sono state ammesse sei. Pruccoli lamenta anche l'assenza di un direttore unico, presente una volta alla settimana, e il comandante in aspettativa.

Mentre la "parte più positiva" è la sezione a custodia attenuata per i tossicodipendenti. Pollice alzato anche per il lavoro delle associazioni. Pruccoli batte poi virtualmente cassa rispetto al rimborso annuale da 1.000 euro. La "solitudine è la situazione più difficile" ma non è nemmeno semplice conciliare il ruolo con il lavoro. Da qui una serie di richieste: permessi retribuiti, rimborso benzina, organizzazione convegni, no anticipo spese. Non si tratta, conclude, di uno stipendio ma di "fare bene il mio lavoro". 
(Agenzia Dire)

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