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Cronaca

Il Rotary Club Rimini dona al Museo tre disegni di Galileo Chini

Hanno fatto ritorno in città tre schizzi relativi ai fregi ceramici di villa Lydia a Viserba, tuttora esistente

Durante l’ultima edizione della Biennale del Disegno, tra i disegni di Galileo Chini esposti al castello, hanno fatto ritorno a Rimini tre schizzi relativi ai fregi ceramici di villa Lydia a Viserba, tuttora esistente. Durante il corso della manifestazione, pertanto, sono giunte segnalazioni sulla loro destinazione “riminese”: in forma puntuale a Giulio Zavatta, un membro del comitato scientifico, da parte di Pier Giorgio Pasini; e quasi al contempo pubblicamente, sulla stampa, da parte di Andrea Speziali. Facendo seguito a queste segnalazioni, e grazie alla disponibilità della famiglia Chini, del Rotary Club Rimini e del suo presidente Alberto Ravaioli, e in particolare alla discreta ma solerte attenzione di Franco Pozzi per una parte e di Oreste Ruggeri per l’altra, è stato possibile acquisire i tre importanti disegni al fine di donarli al museo.

I piccoli fogli non sono solo opere d’arte di uno dei massimi rappresentanti dell’arte decorativa in Italia nei primi decenni del Novecento, ma anche importanti documenti: consentono infatti di configurare definitivamente e al di là di ogni ragionevole dubbio le parti decorative di villa Lydia quali opere di Galileo Chini (1873-1956) e della sua bottega di Borgo San Lorenzo. L’edificio, pertanto, nobilitato da questa attribuzione, è destinato a divenire il simbolo più alto del patrimonio architettonico di Viserba, e anche esemplare di assoluto rilievo della stagione dei “villini” riminesi di inizio Novecento. La storiografia locale aveva infatti proposto di attribuire villa Lydia all’architetto e pittore riminese Addo Cupi, lasciando in sospeso l’assegnazione della parte decorativa. Spetta all’architetto Francesca Fiorano, in una tesi di laurea pubblicata online e intitolata Materiali nella decorazione edilizia balneare romagnola 1900-1925, discussa nel 1997 a Firenze sotto la guida del prof. Giorgi, l’aver riferito ai Chini il fregio di villa Lydia.

Grazie alla liberalità del Rotary Club Rimini, l’importante acquisizione dei tre disegni autografi di Galileo Chini, prime idee che subiranno minime varianti in fase realizzativa, consente dunque non solo di arricchire il patrimonio del museo, ma anche di aggiungere ulteriori rilevanti capitoli alla storia e al gusto dei primi decenni del Novecento, legando villa Lydia a uno dei più straordinari protagonisti dell’epoca.

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