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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Santarcangelo di Romagna

Il viaggio in Italia della Sangiovesa per raccontare cultura, storia, identità della tavola popolare di Romagna

Ad accompagnarlo il volume dedicato ai primi trent’anni di vita del locale la filosofia della filiera del cibo a Km 0 della Valmarecchia che circonda il ristorante

È stata la prima tappa del lungo viaggio italiano per “La Sangiovesa”, il locale creato a quattro mani, trentadue anni, fa dall’imprenditore Manlio Maggioli e dal suo compagno “d’avventura” lo scrittore e sceneggiatore Tonino Guerra. Un luogo testimone dell’identità, della storia e della tradizione della Romagna, letta e narrata attraverso la cultura della sua tavola e della sua ospitalità. Ambasciatore del tour è “La Sangiovesa” – L’osteria di Santarcangelo”, volume dedicato ai primi trent’anni di vita del locale e ieri sera (31 maggio) a Bologna, nelle sale della trattoria “Via con Me”, il libro curato da Giorgio Melandri, foto di Maurizio Gjivovich e in libreria per i tipi “Maggioli”, è stato presentato al pubblico delle due torri. Protagonisti dell’incontro, un dialogo condotto dalla coordinatrice editoriale di “Spirito diVino”, Leila Salimbeni, e da Marco Tonelli una delle firme del giornalismo enogastronomico italiano: Cristina Maggioli, la sindaca di Santarcangelo Alice Parma, l’autore del libro Giorgio Melandri e lo chef Massimiliano Mussoni. Prossimi appuntamenti in programma per il tour della “Sangiovesa”: Milano, Torino e Roma.

Il libro racconta la vita di chi lavora alla Sangiovesa, dello straordinario borgo che la ospita, la filiera del cibo a Km 0 della Valmarecchia che la circonda, il suo cuore di “Tenuta Saiano” a Poggio Torriana, creata e gestita anch’essa dalla famiglia Maggioli, ormai arrivata alla terza generazione d’impegno in questo settore. Una filiera di materie prime alla base del lavoro dello chef Massimiliano Mussoni, le cui ricette più apprezzate chiudono le ultime pagine di “La Sangiovesa” – L’osteria di Santarcangelo”. Nei loro interventi Cristina Maggioli e la sindaca Alice Parma hanno sottolineato il legame profondo e vicendevole che lega La Sangiovesa e Santarcangelo. Hanno ricordato come l’osteria, insieme a “Tenuta Saiano” e “ViaSaffi32” (ultimo nato enogastronomico della famiglia Maggioli), porti in città più di 70 mila ospiti.

Mentre Leila Salimebeni e Marco Tonelli hanno parlato di un locale di straordinaria bellezza, 14 piccole grandi sale con dipinti di Guido Cagnacci, graffiti dello street artist Eron, circondati dalle stufe in ceramiche di Tonino Guerra. Il tutto “per una cucina priva della paura di essere sé stessa e che si sottrae alle categorie di contemporaneità, per esprimere in pieno il valore di un’innovazione diventata ormai tradizione di successo”. In conclusione, Giorgio Melandri ha ricordato come con la Sangiovesa la cucina popolare, quella della trattoria italiana, da leggere con T maiuscola, salga di rango e si ponga come un simbolo dell’identità della cucina italiana, testimone della narrazione dell’anima più vera della Romagna, grazie a un modello in grado di raccontare la sua terra. Esattamente l’idea da cui erano partiti trent’anni fa due grandi amici: Manlio Maggioli e Tonino Guerra.

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