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Cronaca Santarcangelo di Romagna

Imprenditore di Santarcangelo apre un canale etico per la Comunità

La catena di solidarietà non si arresta e di fronte ad aziende che hanno riconvertito la propria produzione un imprenditore di Santarcangelo lancia l’appello “Il coronavirus non deve diventare un new business”.

Tante le persone e aziende che continuano a donare mascherine, guanti e denaro per l’emergenza Covid-19.  
Una solidarietà che ha portato diverse aziende a riconvertire la propria produzione per realizzare mascherine con qualche perplessità da parte di un giovane imprenditore di Santarcangelo di Romagna, Mattia Mancini che senza riconvertire la propria attività  ha donato 1000 mascherine alla Protezione Civile del Comune di Santarcangelo di Romagna, 400 mascherine, guanti, disinfettanti, alla Polizia Locale unione Rubicone e Mare oltre che disinfettanti e guanti. Ed ora darà vita ad un canale etico. “Ho deciso di aprire un canale etico di mercato. Ho pensato ad una sorta di investimento a fondo perduto nei confronti della comunità. Ho, così, instaurato un rapporto commerciale con un produttore di mascherine e avviato una produzione di disinfettanti a base alcolica. Sto donando gratuitamente questi prodotti alle Istituzioni territoriali che ne denotano bisogno a fondo perduto. A breve riceverò un ulteriore stock di 3000 mascherine e nel giro di qualche giorno avrò pronti i gel sanificanti mani, anche questi prodotti saranno destinati ad Enti ed Istituzioni che stanno vivendo momenti difficili".

Mattia Mancini da 7 anni si occupa di business online. Nel 2013 ha creato l’azienda Derma 2.0 tra le mura di casa propria. Iniziò aprendo un negozio online di prodotti per estetica divenendo nel tempo aziendale leader nel settore della produzione, commercializzazione e formazione nel campo estetico e medico estetico. La scelta di un business online gli ha permesso in questo periodo di poter continuare a lavorare con un aumento di fatturato e con la possibilità di essere d'aiuto. E puntualizza come “ In questo momento di emergenza moltissimi prodotti che non abbiamo mai identificato come bene primario sono entrati violentemente e repentinamente tra i bisogni essenziali dei cittadini e di molte strutture, pensiamo alle mascherine, ai disinfettanti, ai guanti, agli igienizzanti…” 

Prosegue “alla luce di questa nuova configurazione della richiesta molte aziende hanno riconvertito le loro produzioni o commercializzazioni per rispondere alle esigenze di mercato, ma questo a mio avviso non è fare una vera azione di solidarietà è un semplice riposizionamento di mercato” e si chiede “quanto questa decisione di riconvertire l’azienda rappresenta un buon piano di marketing basato sull’assioma domanda - offerta?”
 

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