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Cronaca

In 7mila col Presidente Mattarella per i 50 anni della Comunità Papa Giovanni XXIII

Il Capo dello Stato ha visitato una casa famiglia della Comunità, quella di Hiessel e Valeria, dove vive con una famiglia allargata

Più di 7.000 persone oggi, si sono trovate al Palacongressi di Rimini per incontrare il Capo dello Stato. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, infatti, che ha partecipato alle celebrazioni per i 50 anni della Comunità Papa Giovanni XXIII, oggi era in città e prima di arrivare al Palas ha visitato una casa famiglia della Comunità, quella di Hiessel e Valeria. La giovane coppia ha accolto Mattarella nella casa dove vive con una famiglia allargata: due piccoli figli naturali, una donna con ritardo mentale, un anziano con disabilità motorie, un uomo già senza fissa dimora, una ragazzina rom, due giovani donne e una donna somala col suo bimbo giunti col corridoio umanitario di Pratica di Mare. Quella di Hiessel e Valeria è una delle 201 case famiglia gestite dall'associazione in Italia, in cui sono accolte 1.283 persone. Poi Mattarella è arrivato al Palacongressi, dove lo attendevano, studenti e appartenenti alla Comunità provenienti da tutta Italia e dall'estero, che prima dell'arrivo del Presidente hanno assistito alla proiezione speciale del film "Solo cose belle", una commedia sulla vita in una casa famiglia, che sarà distribuito nei cinema nei prossimi mesi. A fare gli onori di casa è stato Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Papa Giovanni, succeduto a don Benzi. Ramonda ha ringraziato il capo dello Stato "per il bene che vuole al Paese, al senso di giustizia che continuamente richiama nei suoi interventi, nel difendere i diritti fondamentali della vita, della famiglia, del lavoro, dell'attenzione ai deboli, dell'implementare un'economia di condivisione". Nel raccontare delle persone accolte, dagli ex carcerati, ai rom, ai disabili, ai senza fissa dimora, le prostitute, Ramonda ha rammentato anche i 51 profughi arrivati dal Niger qualche settimana fa.

Sergio Mattarella per i 50 anni della Comunità Papa Giovanni XXIII

Sono "tutti inseriti nelle nostre famiglie per una integrazione che preveda il lavoro per il capofamiglia, la scuola per i bambini". Per la Papa Giovanni, ha rammentato, "la scelta dell'accoglienza è imprescindibile: i profughi in mare vanno soccorsi, accolti e integrati, ma soprattutto occorre puntare su una soluzione già sperimentata con successo: i corridoi umanitari". Nel chiedere l'istituzione di un ministero della Pace che sviluppi anche un'educazione alla nonviolenza nelle scuole, Ramonda ha sottolineato: "Chi amministra sia garante del rispetto della vita, dell'accoglienza degli stranieri, della liberazione delle donne schiavizzate dal racket prostituzione. Chiediamo che i portatori di handicap possano vivere in famiglia o in autonomia, sostenuti da servizi e aiuti economici adeguati".

Poi quattro testimoni hanno raccontato a Mattarella la vita di condivisione. A partire da Francesco, 14 anni, disabile a causa di un'ipossia al momento del parto. I suoi genitori naturali non sono riusciti ad accudirlo e così è stato affidato ad una casa famiglia. E Daniele, arrestato per rapina a mano armata, che dopo il carcere ha scelto di entrare in una casa della Comunità e dopo un lungo percorso riabilitativo ha trovato lavoro. Quanto a Giulia, nata in una casa famiglia, dopo la laurea ha partecipato ad uno stage dell'Onu a New York, per poi partire per la Palestina e poi per il Libano come volontaria. Infine ha parlato Glory, nigeriana e vittima della tratta. Ingannata, prima della partenza le fu fatto fatto un rito vodooo e accollato un debito di 25.000 euro. Dopo un viaggio durato due mesi attraversando anche il deserto della Libia, Glory è arrivata in Italia dove è stata avviata alla vita da prostituta. Dopo l'ennesima brutale violenza, ha chiamato i volontari dell'unità di strada della Papa Giovanni ed è stata liberata.

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