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Cronaca

Inaugura il Part, Gnassi: "Rimini è più forte degli stereotipi, va verso il futuro e si nutre di arte"

Taglio del nastro per il nuovo sito museale che ospita 70 opere della collezione San Patrignano

"Dono, cultura, restituzione e solidarietà". Sono questi i pilastri del Part, Palazzi dell’Arte Rimini, il nuovo sito museale inaugurato giovedì dal sindaco Andrea Gnassi insieme alla cofondatrice di San Patrignano Letizia Moratti e al governatore della regione Stefano Bonaccini. Un progetto che poggia le sue fondamenta su un rapporto fra pubblico e privato, il Comune di Rimini e la Fondazione San Patrignano, con il supporto della regione. Part è la “casa” di un progetto, come ha ricordato la stessa Moratti, ideato molti anni fa insieme al marito Gian Marco, scomparso nel 2018. Un'idea che ha trovato concretezza in una collezione donata da artisti, galleristi e amici della famiglia Moratti. Un sogno che entra e ridà una veste altra a due edifici storici, il Palazzo del Podestà e il Palazzo dell’Arengo, riqualificati e valorizzati dal lavoro dell’architetto Luca Cipelletti (gli edifici negli ultimi anni hanno ospitato la Biennale del disegno e altri eventi). La collezione comprende oggi 70 opere, del valore stimato di oltre 9 milioni, di cui ne sono esposte 62, le altre verranno presentate a turnazione. Inoltre, il 2 ottobre iniziano i lavori nel giardino, che diventerà uno spazio outdoor, e a marzo termineranno tutti gli interventi. Il totale dell’importo dell’opera è di 3,2 milioni, tra intervento architettonico e museografico, riqualificazione impiantistica e intervento outdoor. 

Part, come hanno spiegato Gnassi e Letizia Moratti, vuole essere un "museo work in progress, la Fondazione infatti continuerà a cercare donatori", ma in futuro, in caso di necessità, le opere potranno essere vendute e trasformate in denaro da investire nella comunità. “Non pensiamo alle spese ordinarie, ma a creare laboratori, stanze, strutture e opportunità per i ragazzi di Sanpa”, ha spiegato Moratti.

L'inaugurazione del Part, Palazzi dell'Arte Rimini

E, con un velo di commozione, il sindaco Gnassi ha evidenziato come quello che poteva sembrare un sogno sia diventato un progetto concreto. Il museo doveva inaugurare lo scorso 14 marzo, ma “eravamo nel pieno di quello che ci ha scosso nel profondo”, ha ricordato Gnassi, sottolineando poi come Rimini sia andata oltre tanti stereotipi, con un riferimento a quando l'ombrellone per troppo tempo ha fatto ombra anche al patrimonio artistico. “Rimini è più forte dei suoi stereotipi e va verso il futuro. Con questo museo respingiamo anche quella frase che 'con l’arte non si mangia’, noi diciamo che ci si nutre con l’arte, di storia e di bellezza. Abbiamo l'ambizione di attirare persone dal mondo”. E proprio giovedì, giornata di debutto, è stato anche definito il comitato di indirizzo composto da cinque persone, due indicate dalla Fondazione e tre dal Comune, oltre alla convenzione sull'utilizzo dei Palazzi. Il comitato è presieduto dalla responsabile del coordinamento curatoriale della Collezione San Patrignano Clarice Pecori Giraldi- Il comitato comprende Luca Cipelletti e, per il Comune di Rimini Chiara Faravisini, responsabile unico del procedimento; il segretario generale del Comune Luca Uguccioni e il docente ed esperto di gestione museale Guido Guerzoni.

La collezione, gli artisti in mostra e i progetti futuri

Il primo cittadino ha poi evidenziato come l’arte qui sia “riscatto di chi inciampa nella vita, una leva di riscatto personale. E questo è un luogo pensato anche per dopo di noi. Ed è proprio da una visione futura che Letizia Moratti spiega la nascita di questo progetto. “Da 40 anni sono legata a San Patrignano, con mio marito l’abbiamo vista crescere e insieme avevamo pensato al domani e a cosa fare per questi ragazzi. Abbiamo così costruito un piccolo tesoretto d’arte che continua a diventare sempre più grande. Insieme avevamo pensato all’arte, che è bellezza e questo è sempre stato uno dei valori di San Patrignano. La bellezza come cura dell’anima, come strumento di riscatto sociale. Abbiamo pensato a Rimini perché con Sanpa è un unico. Creare un museo d’arte contemporanea all’interno di un palazzo duecentesco e in uno trecentesco è stata una sfida, ma l’abbiamo vinta". Insomma, "il progetto è completamente innovativo, una dote che rimane nel tempo da valorizzare", anche grazie a una collaborazione tra artisti affermati ed emergenti, i ragazzi di San Patrignano e gli artigiani. E anche Vittorio Sgarbi, presente per l'inaugurazione, apprezza.

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