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Cronaca

Inchiesta Meeting: chiesto rinvio a giudizio per i vertici di Comunione e Liberazione

Tre dirigenti e la stessa Fondazione sono accusati di truffa aggravata per aver intascato fondi pubblici manipolando i bilanci della manifestazione per farli figurare in perdita

Il magistrato che conduce l’inchiesta sulla presunta truffa aggravata commessa dalle figure apicali della Fondazione Meeting, ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti degli indagati Massimo Conti, Roberto Gambuti, Sandro Ricci e la Fondazione Meeting in quanto ente giuridico accusati di aver intascato fondi pubblici manipolando i bilanci della manifestazione per farli figurare in perdita (condizione senza la quale non vi era accesso ai contributi).  L'udienza per il rinvio a giudizio è stata fissata per il prossimo 13 marzo. Come è noto, secondo la tesi d’accusa, l’obiettivo veniva raggiunto grazie ad un meccanismo al quale partecipava Evidentia Srl, una società controllata al cento per cento dalla Fondazione stessa e delegata alla raccolta delle sponsorizzazioni. I finanzieri hanno analizzato l’accordo stipulato tra la Fondazione e la Evidentia e scoperto che, superato un certo tetto, la percentuale incassata da Evidentia diventava fluttuante e strumentale alle necessità di rendiconto della Fondazione. 

L’accordo su questa parte variabile del contratto, è stato messo nero su bianco da Roberto Gambuti, responsabile amministrativo della Fondazione, che aveva inviato una e mail al legale rappresentante della stessa, Massimo Conti, illustrando le modalità di calcolo. L’accordo prevedeva che Evidentia percepiva un canone del 15 per cento per l’obiettivo prefissato dalle parti e che per il 2009 e il 2010 è stato prefissato in 5 milioni di euro, ed un canone variabile che varia di anno in anno. E’ così emerso che nel 2009 a Evidentia era andata una quota pari al 69 per cento mentre per il 2010 la quota era stata del 29 per cento. Proprio queste sproporzioni avevano messo sul chi va là gli investigatori del nucleo operativo della Guardia di finanza che hanno voluto appurare nel dettaglio quella parte del contratto predisposta in modo aleatorio. Anche le date in cui venivano formalizzate le percentuali, a detta dei giudici del Riesame, smentirebbero quanto sostenuto dagli indagati. Tali documenti, secondo la difesa, venivano compilati non prima della fine dell’anno, una volta conclusa l’unica attività della Fondazione, e cioè il Meeting di fine agosto. Ma i documenti allegati al contratto riportano che le percentuali venivano fissate a fine febbraio, quindi in un’epoca antecedente rispetto all’evento e pertanto slegata dai risultati dell’evento stesso.

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