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Cronaca

La vittima: "Dopo l'incidente, Marco Zinnanti mi ha minacciato di morte"

Nuova udienza del processo che vede imputato il killer di Covignano per omissione di soccorso e minacce. Il 23enne riminese, entrato in aula scortato dalla polizia penitenziaria, ha salutato il folto pubblico di amici con saluti e inchini

Nuova udienza, nel tribunale di Rimini, del processo che vede imputato Marco Zinnanti per omissione di soccorso e minacce in seguito a un incidente che lo vide protagonista nel luglio del 2009. In quella occasione, come poi ricostruito, il 23enne a processo anche per l'omicidio di Leonardo Bernabini avvenuto a Covignano il 2 settembre del 2012, si trovava in sella al proprio scooter quando arrivato alla rotatoria con via Caduti di Cefalonia, si scontrò con un ciclista. La vittima, un riminese 56enne, volò sull'asfalto e rimase incastrato tra la bici e lo scooter.

Mercoledì mattina è stato proprio il 56enne a salire sul banco dei testimoni e raccontare in prima persona cosa avvenne il 9 luglio del 2009. Secondo il suo racconto, dopo essersi scontrati Zinnanti prese subito lo scooter per allontanarsi dal luogo del sinistro richiamato, insistentemente, dall'uomo che aveva riportato alcune escoriazioni al braccio. A questo punto, il 23enne era tornato sui suoi passi per minacciare di morte il 56enne e poi fuggire nuovamente.

A suffragare il racconto del ciclista è stata, sempre mercoledì mattina, una riminese 55enne che si è trovata ad assistere a tutta la scena da via Marzabotto. La donna ha ricostruito dal banco dei testimoni quanto avvenuto e, anche secondo la sua testimonianza, subito dopo aver centrato il ciclista Zinnanti ha raccolto lo scooter per allontanarsi senza prestare soccorso al 56enne che, da terra, lo ha richiamato più volte. Tornato indietro, il 23enne ha iniziato una discussione col ciclista dove lo ha minacciato di morte.

Dopo le due testimonianze, il processo è stato aggiornato al prossimo 14 maggio quando verrà ascoltato un altro testimone dell'accusa e lo stesso Zinnanti che, mercoledì mattina, è apparso in buona forma fisica dopo oltre 15 mesi di carcere. Ad attenderlo, in aula, oltre alla madre e alla sorella più piccola anche gli amici che lo hanno sempre seguito nelle sue apparizioni nel tribunale. Il 23enne li ha salutati con baci e inchini e, al termine dell'udienza, ha chiesto al giudice, che ha accolto la richiesta, di potersi incontrare con la sorellina nella stanza dei detenuti.

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