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Cronaca

Incidente mortale di Hayden, notificata la conclusione delle indagini

Dalle perizie emersa la velocità al di sopra del limite per l'automobilista e la condotta sconsiderata del pilota in sella alla bicicletta

E' stato notificato al 36enne, guidatore della Peugeot che travolse il pilota Nicky Hayden, l'avviso di conclusione delle indagini. L'atto, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero che indaga sulla morte del pilota statunitense, è arrivato a una settimana da deposito, da parte dei tre periti, dei documenti sulla ricostruzione dell'incidente mortale. Un pool di esperti che vede, per i famigliari di Hayden l'ingegner Francesco Del Cesca; per la Procura di Rimini il perito industriale Orlando Omicini, ex agente della polizia Stradale ed esperto nella ricostruzione dei sinistri; per la difesa l'ingegner Alfonso Micucci, docente all'Università di Bologna. Da quello che emerge dalle carte, il ragazzo alla guida della vettura stava procedendo lungo via Tavoleto in direzione mare a una velocità di poco superiore ai 70 chilometri all'ora, in un tratto della strada dove vige il limite dei 50 chilometri orari. Hayden, che era in sella alla sua bicicletta da corsa, avrebbe letteralmente "bruciato" lo stop di via Ca' Fabbri procedendo a una velocità di circa 20 chilometri all'ora. Per il pilota statunitense, quindi, ci sarebbe un concorso di responsabilità nell'incidente tanto che, l'automobilista, avrebbe il 30% della responsabilità nel sinistro mortale. Secondo il perito del pubblico ministero, inoltre, se l'auto avesse rispettato i limiti di 50 chilometri orari "sia reagendo e frenando, sia continuando a velocità costante, l'incidente sarebbe stato interamente evitato" e Nicky Hayden non avrebbe perso la vita. Per il 36enne, tuttavia, potrebbe arrivare comunque la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale.

La tragedia di Nicky Hayden

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