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Cronaca

Indagine Tecnopolo-Acquarena, rinviati a giudizio tutti i 18 indagati

Oltre alla figura del 'facilitatore' Mirco Ragazzi coinvolti anche dipendenti comunali che devono rispondere a vario titolo di accuse che vanno dal falso alla truffa aggravata ai danni dello Stato

Si è conclusa nel tardo pomeriggio di martedì l'udienza del gip che ha rinviato a giudizio il "facilitatore" Mirco Ragazzi e 17 tra dipendenti comunali, imprenditori e tecnici accusati a vario titolo di reati che vanno dal falso alla truffa aggravata ai danni dello Stato. A finire davanti al giudice, oltre a Ragazzi, Massimo Totti, Stefano Guicciardi, Marco Pizzioli, Maurizio Canini, Pierpaolo Messina, Daniele Cenni, Andrea Rossi, Stefano Gnoli, Alessandro Perrotta, Luciano Gaia, Gianmaria Sivori, Pierandrea Genghini, Stefano Fonti, Donata Bigazzi, Luca Esposito, Salvatore Papa e Daniele Rossi. Il rinvio a giudizio arriva al termine di un'indagine scaturita da un esposto dell'ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Rimini, Roberto Biagini, sulla scarsa trasparenza di alcuni appalti. 

Biagini, nel 2015, aveva presentato l'esposto perchè "in qualità di pubblico ufficiale mi ero accorto che qualcosa non andava". Gli atti, fatti da pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, farebbero emergere un sistema inquinato sulla gestione degli appalti al di là delle rilevanze penali. "La cittadinanza riminese deve essere a conoscenza di quello che accadeva - aveva spiegato l'ex assessore incontrando la stampa nel settembre del 2019. - Non credo che una cosa di questo genere, un sistema fallato di concatenazione di tecnici e inprese, che portava a un aumento di costi per la pubblica amministrazione si debba ripetere". Al centro di tutto, secondo quanto emerso, sarebbe di spicco la figura del faccendiere Mirco Ragazzi, con presunte protezioni politiche, che si muoveva tranquillamente negli uffici comunali per conrollare il procedere delle pratiche.

"Al di là degli illeciti che dovranno essere valutati dalla magistratura - aveva spiegato Biagini all'epoca - credo che la pubblica amministrazione dovrà farsi un esame di coscienza. Allo stesso tempo, la giunta dovrà valutare e andare a verificare i soggetti che hanno posto in essere questi comportamenti in totale spregio alla correttezza, all'imparzialità e alla buona fede. Ma, soprattutto, anche la fedeltà al sindaco stesso".
 

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