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Cronaca

Indino: “Commercio, turismo e terziario stanno vivendo nell’incubo dei rincari di bollette e carburanti"

Il presidente Confcommercio della provincia di Rimini: "Incrementi che uniti all’aumento dell’inflazione stanno mandando in picchiata i consumi frenando la ripartenza"

Consumi in picchiata a causa degli incrementi di bollette e carburanti, questo il grido d'allarme di Confcommercio Rimini che chiede a gran voce una serie di aiuti al Governo per non bloccare la ripartenza. “Potrà sembrare un disco rotto che si blocca su un refrain, ma l’aumento indiscriminato dei costi dell’energia e dei carburanti sta creando problemi enormi e vanificando la preventivata e auspicabile ripartenza dell’economia del nostro territorio. I nostri settori – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - il commercio, il turismo e il terziario, stanno vivendo in un incubo da quale vorrebbero svegliarsi al più presto. Bollette dell’elettricità e del gas unite al costo del carburante, hanno fatto sì che i nostri settori economici siano stati fortemente compromessi nel loro rimettersi in moto dopo la fase acuta della pandemia. L’aumento dei prodotti di largo consumo come quelli alimentari, poi, ha dato una spinta all’inflazione che è arrivata al 5,6% e hanno ridotto ulteriormente il potere di spesa delle famiglie mandando i consumi in picchiata".

"Di questo passo - prevede Indino - le imprese non resisteranno, perché è impensabile scaricare sui clienti finali il peso di una situazione economica di difficile soluzione se il governo non interverrà in maniera energica. Confcommercio – Imprese per l’Italia sta mettendo in campo tutte le proprie forze per spingere il governo a fare di più e a fare in fretta nel calmierare i costi energetici di imprese e famiglie consentendo al Paese di uscire da questo momento delicato. Bar, ristoranti, negozi, hotel, benzinai e agenti di commercio sono alcuni dei settori più colpiti da questi rincari. Ma con la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie difficilmente ci saranno settori che non subiranno un calo vertiginoso degli affari. Le chiusure definitive delle imprese del nostro territorio sono dietro l’angolo. O si interviene pesantemente sulla riduzione dei costi, o il tracollo sarà inevitabile: la stagione turistica si avvicina a grandi passi, ma sono ancora troppe le incognite per poter guardare con fiducia al prossimo futuro. A maggior ragione perché l’Italia, come certifica un’indagine Confcommercio-Nomisma Energia, pagherà più di tutti i Paesi europei questo aumento. Un confronto fra un campione di attività in Italia con le stesse attività in Francia e Germania, a parità di consumi di elettricità, permette di evidenziare l’ampio svantaggio delle attività commerciali e turistiche italiane. Un ristorante in Italia avrà una bolletta elettrica di 13.650 €, quasi il doppio rispetto ad una simile situazione in Francia e il 15% in più della Germania. Differenziali simili si riscontrano anche per i negozi e per i bar. Le misure fino ad ora decise dal Governo italiano hanno potuto poco nel limitare l’ampio divario di costo che le imprese commerciali e turistiche devono sopportare. Se addirittura alcuni ragionano di tenere chiuse le proprie attività è perché al momento consumare energia è un lusso. Serve ridurre subito l’Iva su bollette elettriche e carburanti e un deciso cambio di passo nella politica energetica con misure strutturali per diminuire la dipendenza dalle forniture estere”.

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