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Cronaca Misano Adriatico

"Sono cresciuto a 'pane e moto' e ora porto avanti il grande sogno di Fausto Gresini"

Il riccionese Michele Masini direttore sportivo del team di Faenza si racconta alla vigilia del Gp di casa: "Un mondo fantastico che regala grandi gioie e immensi dolori"

Da sempre uomo Gresini Racing, il riccionese Michele Masini da quest'anno è il Direttore sportivo del team faentino che coi suoi piloti sta regalando grandi emozioni in pista. Entrato nel modo delle due ruote nel 2008, ha ricoperto quasi tuttii i ruoli all'interno della squadra fino a diventare nel 2022 team manager. Una carriera lunga 14 anni durante la quale ha affrontato grandi trionfi, amare sconfitte e visto la scomparsa di amici fraterni coi quali condivideva non solo il lavoro ma anche i momenti liberi. Incontriamo Michele nel momento più caldo della stagione: il box Gresini in occasione del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini che rappresenta l'appuntamento di casa per il team che quest'anno, grazie a piloti del calibro del riminese Enea Bastianini, sta vivendo una stagione ricca di soddisfazioni. "Sono molto orgoglioso che la famiglia Gresini abbia deciso di scommettere su di me per il ruolo di Direttore Sportivo - inizia Michele Masini. - Sono in Gresini Racing dal 2008 ed è un onore per me seguire in prima persona questo ritorno alla MotoGP come team indipendente dopo 7 anni. Era il sogno di Fausto e forse la base è proprio questa: l’extra motivazione che ci ha dato lui per far tornare la Gresini Racing ai fasti di un tempo".

Michele, come è nata la tua passione per le due ruote?
Sono veramente cresciuto a 'pane e moto', come diciamo noi romagnoli. Ho iniziato ad appassionarmi a questo ambiente nel 1996 con le prime gare di Valentino Rossi ed è stato un crescendo. Credo che al dottore di Tavullia gli si debba riconoscere che, oltre ad essere stato un grande pilota, ha saputo appassionare almeno due generazioni di tifosi. Io ho poi avuto l'opportunità di abitare a Riccione, vicino a San Clemente, dove all'epoca c'era il Reparto corse di Gresini allestito da Fabrizio Cecchini e di conoscere Aldo Drudi. All'inizio obbligavo i miei genitori a portarmi da Cecchini e, poi, ci andavo da solo col motorino. Con quella che adesso di descrive come "perseveranza", ma in realtà gli ho rotto le scatole per tantissimo tempo, sono riuscito a convincere Fabrizio a dargli una mano. Nel 2007 è arrivata la grande occasione: Fausto Gresini strinse un accordo con Honda per organizzare i tornei monomarca e servivano due nuove figure. Io sono entrato come meccanico e, da allora, non ho più lasciato il team crescendo al suo interno sia umanamente che professionalmente. In quegli anni si stavano facendo strada come piloti due ragazzini: Enea Bastianini e Fabio Di Giannantonio ma c'erano anche altri che sarebbero emersi come Niccolò Antonelli, Luca Marini, Romano Fenati e Andrea Locatelli. Siamo tutti cresciuti insieme e, quella, penso sia stata una grande mandata di giovani talenti italiani.

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La tua è stata una carriera che ti ha portato ai massimi livelli del team, quale è stata la cosa più soddisfacente?
L'aspetto più bello è quello di aver avuto, fin da subito, la fiducia di Nadia e di tutta la famiglia Gresini dopo la scomparsa di Fausto. Lui è stato lungimirante nel mettere insieme un team con persone che, al primo posto, hanno l'obiettivo di fare e crescere. Un gruppo aperto a nuove idee e con la caparbietà di metterle in pratica. Ho sempre creduto in questo progetto e, in Nadia, vedo la passione che ci ha trasmesso Fausto quando ci spronava continuamente a dare il massimo per centrare traguardi sempre più grandi. Ed è per questo che sto dando tutto me stesso. 

Questo sport regala grandi emozioni ma anche enormi delusioni. Per te quali sono state?
In questi 14 anni ho avuto due grandi perdite: il Sic e Fausto. Marco lo conoscevo fin dalle medie e ho seguito tutta la sua carriera fino a quel maledetto giorno di Sepang. Con Fausto, invece, è venuta a mancare la colonna portante dell'azienda. Era la sua creatura con 70 persone, tra dipendenti e collaboratori, moto in tutte e tre le classi del Motomondiale oltre che nel Civ e gli appuntamenti del Gresini Events. Lui era quel tipo di persona onnipresente, sapeva tutto di tutti e curava personalmente ogni aspetto. Ancora oggi, quando sono in sede a Faenza, mi aspetto di vederlo spuntare da dietro un angolo per spronarci a dare il massimo. Per quanto riguarda le emozioni, ad oggi il momento più bello è quello di stare facendo una stagione da record ma, ancora prima, è quello di aver portato avanti il sogno di Fausto sapendo che lui ci spinge dall'alto. Ancora quando stava male, ma riusciva a trovare le forze, ci videochiamava dall'ospedale per darci la forza. A livello sportivo, invece, ho sempre creduto in Enea e Diggia e ci stanno dando tantissime soddisfazioni.

Quale è l'aspetto più difficile nel mandare avanti un team?
E' un lavoro faticoso che non faresti senza passione anche perchè ti porta via da casa per tanto tempo. Devi essere a contatto con tanta gente e non è facile metterli tutti d'accordo. Si lavora sotto un continuo stress ma, in Gresini, siamo diventati tutti una grande famiglia allargata con una straordinaria armonia ed è questa la peculiarità del nostro team.

Previsioni per il futuro?
Se siamo qui non è certo per partecipare. Vogliamo vincere, dalle gare al titolo più ambito, e lo stiamo facendo nel migliore dei modi.

Quello di Misano è il Gp di casa per te, per diversi piloti e per molti addetti ai lavori. Quale è la cosa che ti invidiano più di tutto gli altri team?
Sicuramente il fatto che, per questo weekend a differenza di tantissimi altri delle gare, dormirò nel mio letto di casa e non in un albergo. In realtà il Gp di casa è molto particolare e, se vogliamo, più stressante delle altre perchè le aspettative sono alle stelle e i nostri sponsor ci tengono particolarmente a partecipare a questo evento. Per assurdo, quando la domenica scatta il semaforo verde della gara si ricomincia a respirare ma siamo sempre pronti ad eventuali piacevoli sorprese.

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