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Cronaca

Fu il "paziente zero" riminese: "All'epoca il virus sconosciuto, ebbi paura. Oggi non mi sono vaccinato, non è così mortale"

Cesare Emendatori, il primo contagiato nel 2020: "Non sono contro al vaccino ma è sbagliato obbligare tutti a vaccinarsi e il Green pass è una assurdità"

Correva il febbraio del 2020 e, in Italia, arrivavano le prime voci di una strana epidemia che stava colpendo la Cina. Di lì a poco si sarebbe allargata a macchia d'olio in tutto il mondo. In poco tempo i primi focolai si sono sviluppati anche nel nostro Paese e, dopo pochi giorni, anche la provincia di Rimini aveva avuto il suo primo caso. Un focolaio che da un ristorante di San Clemente, dove si erano ritrovati avventori delle fiere di Sigep e di Beer attraction provenienti da Milano, da Bergamo e anche dalla Cina, si era poi propagato per tutto il territorio. Ad ammalarsi anche il titolare del locale, Cesare Emendatori, riconosciuto come il paziente "zero" della provincia di Rimini. Da quel giorno, in due anni, sono stati più di 100mila le persone rimaste contagiate e quasi 1200 quelle che non hanno superato la malattia. Tra quelli che ce l'hanno fatta c'è proprio Cesare Emendatori che, a distanza di due anni, ricorda quei momenti. "Quelli erano stati giorni molto difficili - ricorda l'imprenditore 73enne. - Mi avevano trattato come un untore ed io ero spaventato perchè, ancora, non si sapeva come curare bene quella malattia e in un attimo mi sono trovato chiuso dentro una stanza". Anche se adesso il ristoratore spiega di essere contrario all'obbligo vaccinale e al Green pass, c'è stato chi come lui ha passato brutti momenti che al contrario è feramente convinto di come il vaccino possa salvare delle vite. E' il caso di uno dei primi ricoverati in gravi condizioni che, ancora oggi, ha gli incubi su quella brutta avventura.

Come si sente dopo 2 anni?
Oggi sto bene e non ho paura del Covid anche perchè adesso è comunque una malattia conosciuta, non come quella volta. Io mi ero ammalato in Romania e, dopo una settimana, sono tornato in Italia con 40 di febbre. Se mi avessero curato subito per la polmonite forse ne sarei uscito prima. Adesso, in realtà, quello che più mi amareggia è la situazione in cui ci siamo venuti a trovare.

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Lei si è vaccinato?
Assolutamente no. Chiariamoci: io non sono contro al vaccino ma all'obbligo di vaccinarsi. Poi penso che questa malattia non sia così mortale come ci stanno raccontando e che, alla fine, è una specie di influenza. Prima di questa pandemia quanti si ammalavano in inverno e, magari, morivano per le complicazioni? Sono sicuro che se non avessero montato la storia in 6 mesi ne saremmo usciti. Ancora oggi, dopo 2 anni, ogni tre mesi vado a fare il tampone molecolare e i medici hanno visto che ho ancora gli anticorpi di quando sono stato male.

Quindi è contro l'obbligo vaccinale?
Sì, sono contrario alle leggi che stanno facendo anche perchè hanno rovinato gli affari a tutti gli imprenditori del settore. Non parliamo poi delle multe: sono assurde. Sono 2 anni che non ci fanno vivere e lavorare. Lo scorso sabato nel mio locale avevo 11 persone quando, prima della pandemia, facevo 180 coperti. Negli altri Paesi è tutto aperto e sono tutti in giro. In Romania hanno vaccinato il 30% della popolazione e poi hanno smesso. Qui in Italia, invece, continuano a fare leggi sempre più restrittive. Io so solo che con questa situazione tutto il nostro lavoro è stato buttato via.

Cosa ne pensa dell'obbligo del Green pass?
E' una cosa assurda. Non possono obbligare una persona a fare una vaccinazione solo per andare a prendere le sigarette dal tabaccaio. La colpa, poi, è di tutta questa montatura mediatica. Ogni giorno, da 2 anni, tutti i canali televisivi e tutti i giornali non fanno altro che parlare del Coronavirus 24 ore su 24. Questo modo di fare ha terrorizzato la gente col risultato di non farla più uscire di casa e, allo stesso tempo, di mettere in ginocchio i ristoratori.

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