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Cronaca

L'appello di Sacchetti (Pd): "Il nemico è il covid, non infettiamoci del virus del populismo"

"La politica e le istituzioni mostrino grande responsabilità per far sì che il ‘Decreto Ristori’ si traduca in risorse immediate alle attività cui si chiedono nuovi sacrifici"

Il segretario provinciale del Partito Democratico Filippo Sacchetti torna a lanciare un appello pubblico ai rappresentanti nelle istituzioni ma anche ai cittadini comuni al fine di perseguire unità e collaborazione. "E’ il momento della coesione, dell’unità d’intenti anche fra chi ha pensieri differenti, di mostrarsi uniti e compatti per contrastare quello che è il vero nemico: il Coronavirus. In questi giorni di tensione la politica deve mostrare il suo volto migliore e non infettarsi del virus della facile strumentalizzazione e del populismo a caccia del consenso sulla pelle dei cittadini. E’ il momento in cui essere davvero comunità".

Prosegue Sacchetti: "Accusarsi gli uni con gli altri e prendersela con chi protesta (in maniera civile ovvio, altra cosa sono gli assalti delinquenziali di “professionistti” mascherati da manifestanti) non solo è sbagliato, ma allontana dalla battaglia per la salute collettiva. Così come è sbagliato pensare ci siano lavori e attività non essenziali girandosi dall’altra parte davanti a disagi che non sono nostri: il nostro compito è compensare le perdite di coloro a cui si chiede un sacrificio fatto di limitazione negli orari e nelle aperture in modo certo, rapido ed efficiente", incalza Sacchetti, evidenziando: "Nelle piazze che si riuniscono in questi giorni c’è rappresentata la paura profonda delle persone per la salute economica oltre che per quella fisica e con queste persone che la evidenziano in maniera civile abbiamo non solo la responsabilità ma anche il dovere di dialogare. Facendo però seguire a spiegazioni e rassicurazioni anche azioni celeri e concrete".

"E’ vitale che il ‘Decreto ristoro’ entri in vigore subito e soddisfi le richieste di tutte le parti colpite dal nuovo Dpcm indennizzando le attività chiuse immediatamente. Perché è vero che nessuno al governo ha la bacchetta magica per bloccare un virus infido e letale dall’oggi al domani, ma è vero anche che i sacrifici richiesti devono avere un contraltare immediato e sicuro. E qui entrano in gioco la politica e gli uomini delle istituzioni” prosegue il segretario: “Dopo la Fase 1 il Governo ha ottenuto quel grandissimo risultato che si chiama Recovery Found e porta risorse (tante) conquistate in Europa da investire oggi per stare meglio domani. Infrastrutture, mondo digitale, welfare europeo, green new deal sono le priorità e in questa Fase 2 dovremo quindi impegnarci a trasformare queste risorse in maggiore equità, giustizia e soprattutto efficienza di una macchina burocratica mostruosa che affanna ogni buon intento e spesso crea impedimenti o rende debole anche le azioni migliori".

Quindi la chiosa: "Le chiusure stabilite dal Dpcm rischiano di far passare il messaggio che a pagare siano sempre i soggetti più fragili: gli esercizi pubblici o l’impresa creativa o sportiva spesso gestita dai più giovani. Fascia sociale già più esposta alla precarietà di oggi e a quella di domani. Ed è anche la pesantezza della macchina burocratica – in difficoltà a riorganizzare il trasporto, la didattica o a raddoppiare i controlli – a farlo passare, Il nostro impegno in questi giorni, nelle amministrazioni e nei rapporti col governo, andrà quindi proprio in questa direzione: faremo il possibile perché questa Fase 2 si trasformi nell’occasione di avere un Paese più efficiente e più giusto. Ascoltando i bisogni e le preoccupazioni per dare risposte concrete con unità e determinazione e senza lasciare indietro nessuno".

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