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Cronaca

"L'estate non è finita", chiesta la proroga del servizio di salvataggio in spiaggia

L'Unione Sindacale Italiana Marinai di Salvataggio Rimini mette in guardia i bagnanti dal potenziale pericolo

La stagione balneare coperta da servizio di salvamento ha chiuso domenica, secondo fine settimana di settembre 2017, in tutti i comuni della Provincia di Rimini così come da ordinanza balneare. Tuttavia, visto il protrarsi delle buone condizioni meteo, l'Unione Sindacale Italiana Marinai di Salvataggio Rimini mette in guardia i bagnanti dal potenziale pericolo dei tuffi in mare senza la presenza del servizio di soccorso. "Eccezione il Comune di Bellaria - spiegano in una nota stampa - a cui va il riconoscimento per la sensibilità data alla salvaguardia della vita in mare e verso cui dovrebbero dirottarsi i turisti che vogliono vacanze sicure in acqua. Stabiliscono infatti le ordinanze, i responsabili delle ordinanze regionali e comunali. Viene specificato nelle ordinanze “Una volta sentite le parti sociali” ma (sempre a parte Bellaria) questo anno le organizzazioni autogestite dei Marinai di Salvataggio non sono state più invitate e neanche a Rimini da questo anno. Così è che con soddisfazione di qualcuno è stata bloccata la copertura del servizio di salvamento richiesta da anni ( e come sempre era stato) almeno fin oltre la metà di Settembre e della istituzione di un tavolo di responsabili e esperti per applicare flessibilità in base a condizioni meteo e affluenza in tutta o in parte della costa.

"Quindi - prosegue il comunicato - ci ritroviamo invece dopo due giorni di pioggia seguiti a una estate di sole pieno e costante con l'acqua che è 23 gradi, l'aria a 27 gradi vento e correnti in acqua, turisti appena sbarcati all'aeroporto assetati di mare e servizio di salvamento abbandonato dalla città turistica che continua a fare i suoi affari. Segnalato il pericolo alle autorità non resta che sperare che non muoia nessuno cosa invece purtroppo probabile e la constatazione che è morale omissione di soccorso chiudere la porta e andarsene sapendo che molto probabilmente qualcuno deve essere soccorso in mare. Le spiagge sono senza sistema di prevenzione, primo soccorso rianimazione".

"Non c'è un posto in tutta la riviera da Cattolica a Rimini - concludono - in cui uno possa andare a fare il bagno in sicurezza . Oramai non si capisce più cosa dire e che immagine rappresentare : Può essere efficace e può bastare ricordare che diverse volte con balneazione ancora attiva e servizio salvamento interrotto ci sono stati turisti che dopo avere chiamato inutilmente aiuto sono affogati e se ne sono tornati all'aereoporto con la famiglia sì, ma dentro a una bara? Il problema (spesso presentato erroneamente quale diatriba tra concessionari e marinai di salvataggio) è una sovrastrutturale mancanza di responsabilità che deve essere presa dai Comuni e dalle autorità per provvedere alla pubblica incolumità. Se sappiamo che con balneazione ci saranno incidenti non provvedere è un atto a cui va data responsabilità. La sorveglianza in mare ci deve essere".

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