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Cronaca

L'omicidio stradale è legge, ecco cosa cambia: "Una questione di civiltà e giustizia"

"E' una legge giusta, di equità e di civiltà - afferma il deputato Marco Di Maio, tra i parlamentari maggiormente impegnati nel promuovere l'approvazione di questa legge - a lungo attesa e per nulla scontata"

L'omicidio stradale fa parte dell'ordinamento italiano. Con il voto definitivo del Senato, al quinto passaggio parlamentare il testo è definitivamente in vigore. "E' una legge giusta, di equità e di civiltà - afferma il deputato Marco Di Maio, tra i parlamentari maggiormente impegnati nel promuovere l'approvazione di questa legge - a lungo attesa e per nulla scontata. Non possiamo dimenticare i tentativi di sabotare la legge avvenuti da destra e da sinistra, i voti segreti, le eccezioni continue per rallentare l'iter delle norme. Alla fine siamo arrivati al traguardo e lo si deve non solo alla determinazione del parlamento e del Governo, ma soprattutto alla tenacia della associazioni dai familiari delle vittime e all'Asaps, che per prime hanno sostenuto questa battaglia di civiltà". 

In poche parole il provvedimento fa diventare articoli autonomi del codice penale quelle fattispecie che finora sono state previste come aggravante dei reati di omicidio colposo e di lesioni personali colpose. Per l’omicidio stradale potranno essere comminate pene fino a 12 anni, con particolari aggravanti per chi si dà alla fuga o guida senza patente o assicurazione. Per lesioni stradali – gravi o gravissime – la pena può arrivare fino a 7 anni, anche in questo caso con aggravanti omologhe a quelle per l’omicidio. Come pena accessoria resta la revoca della patente che, nei casi più gravi, potrà arrivare fino 30 anni. Prescrizione raddoppiata per i nuovi reati.

“Il sì del Parlamento alle nuove norme che trasformano l’omicidio stradale colposo in reato a se stante fa fare al nostro Paese un deciso salto in avanti in termini di giustizia, cultura e sensibilità davanti ai tanti, troppi, drammi e tragedie che colpiscono purtroppo ogni anno la quotidianità di migliaia di persone - afferma l'assessore alla polizia municipale, Jamil Sadegholvaad -. Chi si mette al volante sotto l’effetto di alcool o di sostanze stupefacenti oppure con l’intenzione palese di spingere sul’acceleratore là dove non si può, sa perfettamente i rischi che fa correre per se stesso e per gli altri. Ed è questa aberrante ‘consapevolezza’ la ragione prima dell’introduzione del reato di omicidio stradale che, finalmente, allinea l’Italia a quanto disposto in molte altre parti d’Europa e del mondo".

"Sono tante le storie, terribili, anche locali, che oggi tornano alla mente, accompagnando la notizia della legge. In piazzale Gondar, a Rimini, lungo la strada della Marina, c’è dal 2002 una targa voluta dal Comune di Rimini per ricordare il 33enne restauratore e impegnato nel volontariato sociale Pauli Jaakko Hirvi, l’anno prima travolto e ucciso da una Porsche lanciata a velocità folle sui viali delle Regine. Il pirata killer fuggì - continua Sadegholvaad -. Qualche giorno dopo confessò con una lettera: era il 28enne Omer Halilovic, bosniaco con passaporto olandese, che quella notte aveva intrapreso una gara di velocità con un’altra auto della stessa marca condotta dal 22enne Sejdic Sefkija. Halilovic fu accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso. Ma era subito tornato in Olanda: la politica locale chiese giustizia e impegno per l’estradizione. Nel 2006 fu condannato a 3 anni e 10 mesi, poco dopo la Polizia olandese fece sapere di averlo arrestato ai fini dell’estradizione. Ma da quella volta, il nulla, per l’amarezza e la disperazione dei familiari di Pauli".

"Una legge e la prospettiva di una pena dura non fermeranno i pazzi e gli incoscienti però potranno essere un fortissimo deterrente culturale e fattuale per chi gioca con l’auto come se fosse la roulette russa. Questi casi hanno poco di ‘incidente’ e molto di ‘consapevole follia’. Così come un auspicabile deterrente potranno essere nei confronti di chi scappa successivamente al sinistro, privando di soccorso chi ha bisogno. Nonostante l’enorme calo di incidenti nell’arco di 15 anni (dai 2.585 del 2000 ai 1.784 del 2014, una diminuzione che supera il 30 per cento), a salire anche a Rimini con lo stesso trend nazionale è la pirateria stradale. Fenomeno ancora limitato ma purtroppo in crescita, passando dai 31 casi del 2010 ai 62 del 2014. Su questo aspetto, credo, anzi sono sicuro, che la legge potrà fare moltissimo”, conclude.

I contenuti della legge in sintesi

IL REATO. L’omicidio stradale colposo diventa reato a sé, graduato su tre varianti: resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il codice della strada. Ma la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi: chi infatti uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe rischia ora da 8 a 12 anni di carcere. Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).

LE LESIONI STRADALI. Stretta anche per le lesioni stradali. Ipotesi base invariata ma pene al rialzo se chi guida è ubriaco o drogato: da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Se comunque ha bevuto (soglia 0,8 g/l) o l’incidente è causato da manovre pericolose scatta la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime.

MEZZI PESANTI. Conducenti mezzi pesanti. L’ipotesi più grave di omicidio stradale (e di lesioni) si applica ai camionisti e agli autisti di autobus anche in presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l.

FUGA CONDUCENTE. Se il conducente fugge dopo l’incidente scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi, e la pena non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Altre aggravanti sono previste se vi è la morte o lesioni di più persone oppure se si è alla guida senza patente o senza assicurazione. E’ inoltre stabilito il divieto di equivalenza o prevalenza delle attenuanti su alcune specifiche circostanze aggravanti. La pena è invece diminuita fino alla metà quando l’incidente non è conseguenza esclusiva dell’azione del colpevole.

REVOCA PATENTE. In caso di condanna o patteggiamento (anche con la condizionale) per omicidio o lesioni stradali viene automaticamente revocata la patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 (omicidio) o 5 anni (lesioni). Tale termine è però aumentato nelle ipotesi più gravi: se ad esempio il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca. Qualora la patente sia di un altro Stato anziché la revoca vi sarà l’inibizione alla guida in Italia per un periodo analogo.

RADDOPPIO PRESCRIZIONE. Per il nuovo reato di omicidio stradale sono previsti il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave (bevuta ‘pesante’ e droga). Negli altri casi l’arresto è facoltativo, restando però espressamente escluso, limitatamente alle lesioni, se il conducente presta subito soccorso. Il pm, inoltre, potrà chiedere per una sola volta di prorogare le indagini preliminari.

PERIZIE COATTIVE. Il giudice può ordinare anche d’ufficio il prelievo coattivo di campioni biologici per determinare il dna. Nei casi urgenti e se un ritardo può pregiudicare le indagini, il prelievo coattivo può essere disposto anche dal pm.

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