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Cronaca

L'Ordine degli avvocati attacca Brasini: "Non siamo avidi in cerca di notorietà"

A far infuriare i legali le parole dell'assessore che ha sostenuto come vengano avviate troppe cause contro palazzo Garampi

Non ci stà l'Ordine degli avvocati di Rimini alle accuse dell'assessore al Bilancio, Gian Luca Brasini, che ha puntato il dito contro i legali per le troppe cause avviate contro palazzo Garampi. Processi che, sulle casse comunali, pesano per 78mila euro all'anno per sentenze da parte di Tar, Giudice di Pace, Giudice Ordinario e Commissione Tributaria, Sulla vicenda, l'assessore al Bilancio aveva ironizzato sostenendo che "una causa al Comune perché non farla, a Rimini a livello di contenzioso è forte, anche per via di avvocati in cerca di visibilità e stipendi, ma anche sulla spinta di motivazioni politiche, di partito”. E sono state proprio queste parole che hanno fatto montare la mosca al naso del presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Rimini, Roberto Brancaleoni, che ha voluto puntualizzare sulle affermazioni di Brasini.

"A nome dell’Ordine degli Avvocati di Rimini -  ha dichiarato Brancaleoni - non posso che dichiarare stupore e censurare fermamente le affermazioni attribuite all’Assessore. Gli Avvocati non hanno “stipendio” e non fanno cause “alla ricerca di visibilità” o per “motivazioni di partito”; agiscono per conto dei Cittadini che si rivolgono a loro per avere la necessaria assistenza tecnica. L’Assessore ben sa che il Comune è condannato a pagare spese legali solo ove sia in torto. Il fatto che il Comune sia spesso condannato a pagare spese legali, dimostra soltanto che ci sono numerosi Cittadini che, vantando giustamente la lesione di un proprio diritto, si sono rivolti ad un Avvocato che li ha tutelati correttamente contro l’Ente Pubblico, riuscendo ad ottenere il giusto riconoscimento di quel diritto. Confido nel fatto che l’Assessore ed il Comune di Rimini, con il quale l’Ordine degli avvocati ha da sempre un intenso rapporto di collaborazione Istituzionale per iniziative comuni in favore della Cittadinanza ed in particolare delle persone meno abbienti e disagiate, vogliano chiarire pubblicamente che si è trattato di un pensiero espresso malamente e vogliano riaffermare l’insostituibile ruolo di tutela dei Diritti del Cittadino che l’avvocatura riminese svolge e continuerà liberamente a svolgere, senza mai farsi condizionare da esigenze politiche".

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