La Cassazione conferma la condanna per lo sfregiatore di Gessica Notaro
Eddy Tavares dovrà scontare 15 anni di reclusione per lo stalking e per l'aggressione con l'acido
E' stata confermata dalla Cassazione la condanna a 15 anni, cinque mesi e 20 giorni di reclusione per Edson Tavares, l'ex compagno della showgirl riminese Gessica Notaro, accusato di averla perseguitata e sfregiata con l'acido. E' dunque definitivo il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Bologna il 15 novembre del 2018. Respinto il ricorso della difesa dell'imputato. Era il 10 gennaio 2017 quando la vita di Gessica Notaro cambia per sempre: ad aggredirla, sotto casa, a Rimini, è l'ex fidanzato Edson Tavares, che la sfregia al volto con dell'acido. Un'aggressione che la sfigura e che le richiederà di sottoporsi a molti e complicati interventi chirurgici. Showgirl, cantante, modella, a 17 anni Gessica Notaro partecipa a Miss Italia 2007, gareggiando con la fascia di Miss Romagna. Dopo alcune esperienze televisive decide però di lasciare il mondo dello spettacolo per lavorare come addestratrice al Delfinario di Rimini ed è lì che incontra Edson 'Eddy' Tavares, 31enne capoverdiano, che aveva anche fatto da bodyguard a Lele Mora. "E' stato l'amore più grande della mia vita, nonostante i tradimenti e le difficoltà nel rapporto per via degli atteggiamenti di lui. Ma non riuscivo a lasciarlo". Poi, "quando ho iniziato a vedere le cose con lucidità ho preso forza e mi sono decisa a lasciarlo", racconterà lei stesso al processo, riferendo anche le agghiaccianti minacce del capoverdiano: "Me la pagherai e ti rovinerò la vita senza toccarti con un dito". E in effetti per Gessica l'incubo comincia quando decide di lasciare Tavares. Il capoverdiano inizia a perseguitarla, fino a quando nel gennaio del 2017 scatta l'agguato. La data del 10 gennaio non è casuale: sei anni prima, proprio in quella data, il fratello di Gessica, Bruno, appena 20enne, si è suicidato. "Mio fratello si è tolto la vita il 10 gennaio del 2011, esattamente sei anni prima. Ed Eddy ha scelto quel giorno apposta, in segno di sfida", dirà la Notaro in un'intervista.
Quella sera di gennaio Tavares, già soggetto a una misura restrittiva che gli impone di stare a 50 metri dall'ex fidanzata, l'attende nel buio del parcheggio sotto casa della madre: sono le 22.30, quando lei arriva e lui le getta l'idraulico liquido sul viso. L'acido le prende anche l'occhio sinistro, che poi l'ex miss terrà coperto da una benda. A Panorama, l'ex miss racconta: "Mentre l'acido mi mangiava la faccia io, in ginocchio, pregavo Dio: toglimi la bellezza, ma lasciami almeno la vista". Dopo quella terribile notte Tavares prova a negare l'evidenza e si dichiara innocente ma, ad incastrarlo, tra l'altro, sono le bottigliette di acido trovate in casa sua, oltre al ricordo della sua vittima. Dal momento dell'aggressione, Gessica Notaro decide di condividere sui social la sua storia e i progressi fatti man mano nella riabilitazione grazie ai tanti interventi chirurgici: un modo per superare i momenti più bui ma anche per incoraggiare tutte le donne vittime di violenza a reagire. Proprio come fa lei, che, appena può, riprende la sua carriera artistica e non smette di lottare per recuperare appieno la vista. Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana per decisione del presidente Mattarella, Gessica Notaro diventa un simbolo, come già era accaduto a Lucia Annibali. Seguitissima sui social, nel 2018 torna alla tv partecipando a Ballando con le stelle in coppia con Stefano Oradei. Quindi, nel 2020, ospite dell'ultima edizione di Sanremo condotta da Amadeus, canta insieme all'amico Antonio Maggio una canzone scritta per lei da Ermal Meta, "La faccia e il cuore".
"Con la conferma della condanna a 15 anni e 5 mesi di reclusione per Edson Tavares da parte della Cassazione - ha dichiarato Nadia Rossi, consigliere regionale del Pd - si mette la parola fine dal punto di vista giudiziario alla drammatica vicenda che ha coinvolto Gessica Notaro. Tavares è stato condannato perché con il suo gesto voleva "cancellare" l’identità della sua ex compagna: un tentativo miseramente fallito, come Gessica dimostra ogni giorno da quando la vita l’ha messa davanti a questa sfida. La sua identità non è stata scalfita, anzi risplende. Una forza, una tenacia che sono diventati un esempio di coraggio per le tante donne vittime di violenza, soprattutto per quelle che non riescono a rompere le catene e liberarsi dai propri aguzzini. Gessica ha chiesto e ottenuto e giustizia ed io non posso che essere felice insieme a lei per il risultato raggiunto, che sancisce ancora una volta come la violenza contro le donne non sia in alcun modo tollerabile. La piena soddisfazione arriverà solo quando la cronaca non ci presenterà più casi come questo".
""Ora siamo liberi da un peso". Cito volutamente, facendole proprie di tutta la comunità riminese, le parole appena pronunciate da Gessica Notaro dopo la conferma della Cassazione della condanna a 15 anni, cinque mesi e venti giorni, di Edson Tavares, il suo ex compagno. Verdetto che ora diventa, finalmente, definitivo - ha aggiunto il vice sindaco di Rimini, Gloria Lisi. - Un processo che l’Amministrazione comunale di Rimini, che si era costituita parte civile contro Tavares a seguito della brutale aggressione subita da Gessica Notaro nel gennaio 2017, ha seguito da vicino in ogni suo passaggio, sempre al fianco di Gessica. Una ragazza forte, che ha sempre dimostrato coraggio, determinazione e una forza incredibile. Il messaggio che arriva da questa sentenza è molto importante e va anche aldilà di Gessica, perché da una speranza a tutte le donne vittime di violenza. "Non tenete quello che state vivendo dentro, parlatene, fatevi aiutare nel denunciare perchè capisco che non è semplice". Sono parole di Gessica che oggi mi sento di rilanciare, farle mie e di tutta la nostra comunità riminese. Come lei, infatti, anche l’Amministrazione comunale non abbasserà la guardia nei confronti di un fenomeno che ha una portata allarmante. Pur senza arrivare ai casi più drammatici, sono tantissime le donne, anche nel nostro territorio, vittime di violenze quotidiane. Donne che devono sapere che c’è una rete fatta da istituzioni, forze dell’ordine e non per ultimo i centri antiviolenza e le associazioni, in grado di dare loro un supporto, di ascoltarle e aiutarle".
Emma Petitti, presidente dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, parla di "sentenza giusta, che restituisce un pizzico di giustizia a Gessica, una donna che non ha mai ceduto, che non si è mai arresa, che all'autocommiserazione ha preferito la reazione. In lei c'è una bellezza che va oltre certi confini: la bellezza della lotta per la dignità e la rispettabilità. La sua capacità, insieme a quella di tante donne che purtroppo si ritrovano il viso sfregiato per colpa di uomini capaci solo di odio, deve essere per tutti noi - donne, uomini, cittadini e istituzioni - una spinta per continuare a contrastare con tutti gli strumenti possibili la violenza di genere e a promuovere la cultura del rispetto reciproco".