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Cronaca

"La Filigrana" apre a Rimini il nuovo ambulatorio ginecologico gratuito grazie a una donazione

I medici fanno il punto su questi mesi e il lavoro fatto per aiuatre durante l'emergenza covid che ha fatto crescere ansia e preoccupazione

A Rimini arriva il nuovo ambulatorio ginecologico gratuito e l'ambulatorio "La Filigrana" aumenta i servizi grazie ad una donazione. Una realtà attiva dal 2015 e da allora sempre in crescita. “Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda”, è la scritta sul cestino nell’ambulatorio del medico Giuseppe Moscati, all’Ospedale degli Incurabili a Napoli e Don Oreste Benzi ne era profondamente colpito e affascinato, da qui nasce il suo sogno: un poliambulatorio del gratuito in cui offrire servizi medici e specialisti in cambio di un’offerta libera a sostegno del progetto.

Il cuore del progetto de La Filigrana è rappresentato dall’area psicologica e l’area sanitaria: sono attualmente 6 i medici (con specializzazioni in cardiologia, ginecologia, neurologia, fisiatria, agopuntura) e 8 gli psicologi e psicoterapeuti a cui minori, adulti, nuclei familiari (con priorità a chi vive in stato di marginalità, disagio e povertà) si rivolgono. L’accesso può essere sia mediato da un ente di rete (come la Comunità Papa Giovanni XXIII, il Comune, la Diocesi, la Caritas) che diretto, in questo caso ogni richiesta viene analizzata per individuare i bisogni dell’utente e dare una risposta in sinergia con gli altri Enti del territorio. Un progetto che costantemente si arricchisce di nuove professionalità. Proprio in questi giorni, grazie alla donazione di un ecografo, è stato possibile aprire un attrezzato ambulatorio ginecologico.

E il lockdodwn del Covid? Neppure per la Filigrana è stato semplice. «Abbiamo dovuto chiudere nella consapevolezza che molte delle persone che avevamo in carico non avrebbero potuto continuare online — racconta la vicepresidente, la psicoterapeuta Sabrina Limido —, alcuni non hanno proprio gli strumenti tecnici e per tante situazioni fragili e confuse la terapia online sarebbe stata davvero difficile. Per alcune situazioni abbiamo invece continuato a distanza, con dei risultati che in qualche caso sono stati anche sorprendenti».

«Il consulto a distanza — continua — ha avuto come risultato positivo il fatto di non limitarsi a un territorio specifico, il nostro solito di Rimini. Le situazioni? Molti hanno avuto bisogno nel supporto a questa nuova normalità fatta di ansia e solitudine, arrivando a situazioni più estreme e per fortuna più rare come la violenza intrafamiliare. La cosa che più ci ha sorpreso è che le richieste legate al Covid tutto sommato non sono state tante, continuano invece ad arrivare richieste non legate a questo periodo specifico ma relative a difficoltà che già esistevano e che si sono esasperate. E’ una presa in carico che possiamo definire ordinaria, di persone che chiedono di essere curate al di là del Covid. Molte sono nuove e oggi abbiamo una nutrita lista di attesa».

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