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Cronaca

"La legalità ci piace", i vertici di Confcommercio Rimini all'incontro di Roma

I fenomeni illegali quali contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione, alterano la concorrenza del mercato

È giunta alla settima edizione la Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace”, l’iniziativa di Confcommercio – Imprese per l’Italia dedicata ad analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. L’evento clou della giornata si è svolto a Roma, nella sede nazionale di Confcommercio in piazza Belli, alla presenza del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. All’iniziativa hanno partecipato anche il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino e il presidente provinciale e neo-consigliere nazionale di Fipe, Gaetano Callà. Quest'anno “Legalità, ci piace” è incentrata sui fenomeni della contraffazione e dell’abusivismo che colpiscono le imprese del terziario: nel corso dell’incontro è stata presentata un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui costi e gli effetti dell'illegalità per le imprese con un focus sul mercato dei prodotti contraffatti e sull’abusivismo.

I fenomeni illegali quali contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione, alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica con pericoli per la salute dei consumatori e naturalmente alimentano la criminalità organizzata. Alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi costano oltre 30 mld di euro di fatturato all’anno (stima Ufficio Studi Confcommercio per il 2019) in crescita dell’1,4%.  Nel quadro nazionale emerge che in Italia la contraffazione è in continua crescita: nel 2019 il 30,5% dei consumatori (quasi uno su tre!) ha acquistato un prodotto contraffatto o usufruito di un servizio illegale (+3,7 rispetto al 2016). In aumento rispetto al passato l’acquisto illegale di abbigliamento e calzature (52%, +9,6% sul 2016), prodotti farmaceutici (+2,8) e prodotti di intrattenimento (+1,5%). Proprio i biglietti piratati per gli eventi spiccano come acquisti illegali più frequenti nella nostra area (Nord Est) con un +20% sul dato nazionale del 21,1%, ma anche per abbigliamento e calzature il Nord Est registra un +10% sul dato nazionale.

In aumento gli acquisti illegali attraverso l’utilizzo del web, in prevalenza per giocattoli (+12,1 punti), pelletteria (+10,5) e abbigliamento (+9%). Attraverso il web passa gran parte degli acquisti illegali per l’intrattenimento (l’89% di musica, film, abbonamenti tv…) e quasi la metà (47,9%) dei servizi turistici (alloggio, ristorazione, trasporti).
Per la maggior parte dei consumatori l’acquisto di prodotti e servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi economici (70%) ed è ritenuto normale (73%). Una tendenza diffusa soprattutto tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Oltre il 90% dei consumatori è consapevole dei rischi dell’acquisto illegale e degli effetti negativi del fenomeno ed è informato sul rischio di sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti (66,8%).
L’Ufficio Studi di Confcommercio ha tracciato anche l’identikit del consumatore “illegale”: a livello nazionale lo rileva in persona maschile, dai 25 anni in su, con istruzione medio-bassa (77,2%), mentre per la zona Nord Est, il consumatore “illegale” è soprattutto donna (58%) dai 35 anni in su, con istruzione media (66,3%).

I fenomeni criminali che le imprese del terziario percepiscono di più in aumento sono contraffazione (34,8%, molto più basso nel Nord Est con il 25%), l’abusivismo (34% contro il 31% nel Nord Est) e rapine (25%) e il 66,7% delle imprese (il 62,4 nell’area di Nord Est) si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità (era il 65,1% nel 2016). La concorrenza sleale (60,8% nazionale, ben il 67% nel Nord Est) e la riduzione dei ricavi (37,8% in Italia, 44% a Nord Est) sono gli effetti ritenuti più dannose per le imprese del terziario. Quando il focus si sposta sulle imprese del commercio al dettaglio, il 69,3% di esse dichiara che è stata vittima almeno una volta di un episodio di taccheggio (solo il 55,5% nell’area Nord Est), per contrastare il quale sono state messe a regime azioni (55,8% delle imprese, +3,2 rispetto al 2016, ma solo il 50,5% nella nostra zona), di cui il 53% con dispositivi anti-taccheggio (il 44% nel Nord Est) e per il 22,8% con formazione del personale (il 28% nel Nord Est).

“Un contesto sicuro per le imprese si crea con la piena collaborazione con le forze dell’ordine, le istituzioni e tutte le parti interessate – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino -. Un impegno che coinvolge tutti noi ogni giorno e che come Confcommercio seguiamo con grande attenzione mettendo in campo iniziative, focus e una costante interlocuzione con istituzioni e associazioni per la diffusione dei principi della legalità. Già da tempo ci siamo fatti promotori dei sistemi integrati di videosorveglianza e proprio pochi giorni fa a Rimini abbiamo sottoscritto con l’amministrazione un importante protocollo che consente alle attività l’installazione di telecamere esterne le cui immagini vengono visionate esclusivamente dalla Polizia Municipale. Un grande aiuto al controllo preventivo e alle indagini, ma la diffusione è fondamentale per rendere il sistema sempre più efficace. Per questo è necessario che le attività economiche se ne dotino. Per venire incontro a questa esigenza, sia dai nostri enti bilaterali del commercio e del turismo, Ebc ed Eburt, sia dalla Camera di Commercio della Romagna, sono stati stanziati contributi fino a 2.500 Euro ad attività per gli impianti di videosorveglianza
 

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