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Cronaca

La profuga ucraina: "Prima mi hanno accolto poi mi hanno sfruttata facendomi lavorare 14 ore al giorno"

Presidio della Cisl davanti a un hotel di Viserbella: il gestore accusato di non aver pagato i dipendenti al termine della stagione estiva. Dall'albergo rigettano tutte le insinuazioni sulle presunte irregolarità

"Il buon lavoro si difende facendo rispettare le regole e rifiutando proposte di lavoro non regolari". Questo lo slogan scandito dalla Cisl lunedì mattina che ha organizzato un presidio davanti all'hotel Brenta di Viserbella di Rimini dove diversi dipendenti hanno dato il via a una vertenza sindacale dopo non essere stati pagati al termine della stagione estiva. Il sindacato, tra le altre cose, punta il dito su orari di lavoro assurdi: "i lavoratori erano in servizio fino a 14 ore al giorni 7 giorni su 7" ma anche comportamenti non proprio limpidi nei confronti di alcune donne ucraine che "fuggite dalla guerra sono state prima accolte nella struttura e poi fatte lavorare praticamente gratis e alla fine sbattute fuori".  "Al momento sono in corso diverse vertenze - spiegano dalla Cisl - tra cui quella di una cittadina ucraina che era stata accolta questa primavera insieme ad altri profughi che scappavano dalla guerra. Quando lei si è resa disponibile a lavorare nella struttura le è stato fatto un contratto di lavoro part time e le cose sono drasticamente cambiate. Orari assurdi per appena 1200 euro al mese dai quali erano trattenute le spese per l'alloggio. Alla fine, dopo aver lavorato per due mesi, le sono stati dati appena 300 euro. Al momento, in tutto sono 6 le persone che non sono state pagate e hanno dato il via alla vertenza". Di parere diametralmente opposto la posizione della gestione dell'hotel Brenta che si dice estranea alle accuse mosse dai dipendenti. Dalla struttura ricettiva, infatti, sono pronti a dimostrare la regolarità dei contratti e le ricevute dei versamenti previdenziali e annunciano di volersi tutelare nelle sedi opportune.

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