La proposta: caserma "Giulio Cesare" riconvertita per eventuale nuova emergenza Covid-19
A lanciare l'idea è il sindaco di Riccione, Renata Tosi, che ha proposto la riconversione alla Direzione generale Ausl Emilia Romagna e alla Conferenza sanitaria sociale territoriale della Romagna
“La caserma Giulio Cesare, dismessa il 30 settembre 2019, un edificio di 77mila metri quadrati, di cui 55mila di scoperto, potrebbe essere riconvertita alla gestione di una nuova eventuale emergenza Covid-19”. E’ l’idea che il sindaco di Riccione, Renata Tosi, ha sottoposto in una lettera all’attenzione della Direzione generale Ausl Emilia Romagna, alla CTSS (Conferenza sanitaria sociale territoriale della Romagna) e al presidente del CTSS. “Nella consapevolezza delle oggettive difficoltà in cui tutti, amministratori in primis, siamo costretti a muoverci - scrive il sindaco -. in questa fase in cui camminiamo a vista per valli ancora sconosciute con poche certezze nel domani e nel cuore ancora la pesantezza di ciò che è stato, siamo tutti consapevoli, penso, che al bivio tra rassegnazione e speranza, tra paura e fiducia, non possiamo che scegliere la seconda strada”. Il sindaco - che si dichiara sicura che la scelta giusta sia quella di avere “fiducia nell’efficacia dei mezzi e della resilienza dei nostri concittadini”, si dice anche convinta della necessità di non abbassare la guardia, “soprattutto non farci trovare più impreparati”. “In quella prima fase abbiamo scontato e sofferto la non predisposizione o almeno la non necessaria adeguatezza dei protocolli sanitari d’intervento, a fronte del cataclisma abbattutosi sulla nostra Nazione ed in particolare sulla nostra Romagna”, scrive il sindaco Tosi, ora però la storia deve essere maestra”.
“Credo sia necessario che vengano resi noti i nuovi assetti delle strutture ospedaliere che immaginiamo ed auspichiamo riorganizzate esattamente a questo scopo - scrive -. Si era parlato della costituzione di un ospedale da campo nei padiglioni della nuova Fiera, ma a questo punto segnaliamo che insiste nel territorio del Comune di Rimini una struttura militare da poco dismessa, l’ex caserma Giulio Cesare, che potrebbe essere riconvertita alla gestione di una nuova eventuale emergenza Covid nel caso si ripresentasse con la virulenza che abbiamo conosciuto. Anche da questo, direi soprattutto, discende la nostra misurata tranquillità nell’affrontare tutte le incognite insite nella ripresa socio-economica, sfida che abbiamo di fronte ed alla quale non ci possiamo sottrarre ma rispondere all’altezza delle aspettative giustamente attese dalle nostre comunità”. “Perché la sicurezza e la certezza di un intervento sanitario tempestivo e organizzato oggi più che mai rientra in quel pacchetto di offerte che la Romagna sa di dover e poter garantire ai cittadini e ai visitatori. Il futuro dell'economia della nostra provincia dipende anche da questo”.
"Due valutazioni, di segno opposto - ha commentato l'assessore riminese Jamil Sadegholvaad. - Con una premessa dovuta: tutti ormai sanno che la caserma Giulio Cesare è destinata a ospitare Polizia di Stato e Guardia di Finanza in quella che sarà la Cittadella della Sicurezza della provincia di Rimini. La prima valutazione, seria: colgo lo spirito costruttivo della proposta e cioè una realistica preoccupazione per la fase 2 che abbiamo davanti, dopo il 'tana libera tutti alla faccia di ogni cautela sanitaria' che la sindaca di Riccione aveva espresso sino a stamane, anche con polemiche che ai più maliziosi potevano apparire pretestuose verso il presidente Bonaccini. Chiudo, apro, chiudo, ricorro, anzi no, allora va bene il 18 maggio. Bene la retromarcia e non si badi tanto al ritardo della consapevolezza. L'importante adesso è esserne finalmente consci. Aggiungo, con spirito costruttivo, che sarebbe altrettanto importante informarsi visto che la Regione nei giorni scorsi ha pubblicamente illustrato le sue strategie sanitarie in ordine alle strutture ospedaliere di contrasto al Covid (i 4 hub regionali e nazionali) al termine di accurate valutazioni e analisi tra cui c è un area intera dell ospedale infermi a Rimini, insieme a Modena Bologna e Parma ( gli altri tre centri)".
"La seconda valutazione è ironica, e mi si perdoni questa licenza visto che l'argomento è troppo serio per essere buttato lì in questa maniera - prosegue Sadegholvaad. - Test sierologici sospesi come i caffè, spiagge gemellate con comuni covid. Se il ragionamento è questo perché non prendere in considerazione Aquafan o villa Mussolini per un ospedale di emergenza o le terme di Riccione per la sede della protezione civile provinciale? Oppure perché no un intera isola magari la Sardegna per farci il centro covid europeo? Chissà cosa diranno i sardi se qualcuno domani magari avanzerà l'ennesima genialata per nascondere sempre più evidenti difficoltà interne? Ma credo più sensato per le nostre comunità tornare alla serietà dei temi. Bene quindi che la Sindaca Tosi si sia resa conto dei pericoli insiti nella fase 2. Adesso ci siamo tutti, meglio tardi che mai".