rotate-mobile
Cronaca

La riforma dei parchi è (quasi) legge

La riforma dei parchi è (quasi) legge. Il provvedimento è stato infatti licenziato dalla commissione Territorio e ambiente, con il voto favorevole della maggioranza, e approderà in Consiglio regionale la settimana prossima

La riforma dei parchi è (quasi) legge. Il provvedimento è stato infatti licenziato dalla commissione Territorio e ambiente, con il voto favorevole della maggioranza, e approderà in Consiglio regionale la settimana prossima. Si avvicina dunque il traguardo per il progetto di legge promosso dalla Giunta, che interviene su una materia a cui in molti guardano con interesse, in vista dell’imminente scadenza, il 31 dicembre prossimo, dei consorzi che gestiscono attualmente i parchi regionali.

Sul testo, uscito dalla commissione presieduta da Damiano Zoffoli, incidono una cinquantina di emendamenti, per lo più tecnici, proposti dalla Giunta e tutti approvati assieme a due emendamenti della relatrice Gabriella Meo (Sel-Verdi) e ad un emendamento di Anna Pariani e Paola Marani del Pd. Tutti respinti gli emendamenti (una quindicina in tutto) proposti da Pdl, Lega nord e Movimento 5 stelle.

“Abbiamo fatto un lavoro puntuale - ha commentato Gabriella Meo, soddisfatta per i tempi rispettati dalla commissione – cercando con gli emendamenti di tener conto delle istanze ricevibili sollevate da amministratori pubblici, esponenti delle associazioni ambientaliste, gruppi di interesse e dalle stesse realtà dei parchi nel corso di una partecipata udienza conoscitiva, qualche settimana fa. Oggi possiamo rassicurare tutti i lavoratori attualmente impegnati nei consorzi dicendo loro che con il percorso fatto si è garantita la continuità occupazionale sia a quanti sono impegnati a tempo indeterminato sia a quelli con contratti a tempo determinato. Ci stava a cuore che tutti i passaggi della fase transitoria garantissero piena operatività ai parchi senza interruzioni e il progetto di legge licenziato dalla commissione fornisce assicurazioni in tal senso”. 

A chi ricorda che molte obiezioni emerse in udienza conoscitiva e riprese dall’opposizione (che sul tema ha presentato alcuni emendamenti, tutti respinti) riguardavano la non prevista partecipazione alla gestione delle future Macroareee da parte di una serie di portatori di interessi (ad esempio le componenti ambientalista, venatoria, agricola, ecc.), Meo fa presente che la proposta di legge garantisce spazio di partecipazione al volontariato ambientalista, e a tutta una serie di categorie interessate, attarverso la cosiddetta “consulta del parco”, che costituisce un importante organo di consultazione che si potrà esprimere su tutta una serie di atti.

Un elemento, sottolinea Gabriella Meo con soddisfazione, che è poi la previsione (inserita con un emendamento della Giunta al testo originario) di una data definita, il 30 novembre 2012, entro la quale istituire il parco regionale fluviale del Secchia: una proposta che era al centro di un progetto di legge presentato dalla stessa Meo (prima firmataria) poi abbinato al testo base della Giunta. Un ulteriore novità introdotta sempre con un emendamento riguarda la possibilità riconosciuta ai parchi nazionali di partecipare alla macroarea di riferimento.

Parere negativo sulla riforma è stato invece espresso dal relatore di minoranza, Gianguido Bazzoni del Pdl, firmatario assieme a tutti i colleghi di gruppo di un progetto di legge che insiste sulla stessa materia, abbinato al testo della Giunta. Secondo Bazzoni si tratta di una proposta di legge “autocratica”, in quanto “non tiene conto delle realtà locali e delle rappresentanze di interessi ed è stato licenziato in commissione senza che nessuno degli emendamenti presentati dall’opposizione sia stato recepito”.

I contenuti del provvedimento - La situazione attuale vede in attività 17 parchi (2 nazionali, 14 regionali, uno interregionale), 16 riserve naturali, 3 paesaggi naturali e seminaturali protetti, 33 aree di riequilibrio ecologico, a cui si aggiungono i 153 siti della Rete Natura 2000 che coincidono per circa il 50% con i territori delle aree protette. Un territorio complessivo di oltre 350.000 ettari, circa il 15% della superficie dell’Emilia-Romagna.


Attualmente, il modello di gestione adottato dalla Regione per questi territori protetti si fonda sugli enti locali; nel corso del tempo questa scelta ha conseguito buoni risultati, ha però anche fatto emergere alcune criticità, tra queste l’eccessiva frammentazione delle aree protette (che non garantisce la necessaria efficacia nelle azioni di tutela della biodiversità) e le troppo ridotte dimensioni dei Consorzi, con conseguente scarsità di mezzi e dotazioni. Con questo progetto di legge, che risponde a quanto dispone il Decreto Milleproroghe, la Giunta intende riorganizzare il sistema nel suo complesso.

La nuova scelta gestionale si fonda su cinque macro-aree con omogenee caratteristiche e conseguenti esigenze di tutela. Questa ripartizione intende rispondere all’esigenza di coordinare e ottimizzare la gestione di tutte le competenze, ora attribuite a diversi soggetti istituzionali, in un ente di grandi dimensioni e specializzato nella tutela del patrimonio naturale.

Ai nuovi enti pubblici, ‘Enti gestori delle Macroaree per i parchi e la biodiversità’ partecipano obbligatoriamente tutti i comuni il cui territorio è anche solo parzialmente incluso nel perimetro di un parco e le Province il cui territorio è interessato da parchi, riserve o da siti della “Rete Natura 2000’ inclusi nella macroarea. Gli organi di governo dell’Ente di gestione sono: le comunità del parco (dove sono rappresentati i comuni il cui territorio è interessato dal perimetro del parco), il comitato esecutivo (rappresentanti individuati dalle comunità del Parco, oltre ai presidenti delle Province o loro assessori delegati il cui territorio è interessato da parchi regionali, riserve e siti della rete natura 2000), il presidente. Organi propositivi e consultivi dell’ente sono: le consulte del parco e il comitato per la promozione della macroarea.

Ecco le cinque macro-aree individuate:
“Emilia Occidentale”: superficie protetta 13,7%, che comprende: 5 parchi regionali, 4 riserve naturali, 37 siti di rete natura, 3 province (Pc, Pr, Re), 24 Comuni.
“Emilia Centrale”: superficie protetta 10,7%, che comprende: 2 parchi regionali, 5 riserve naturali, 33 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 3 Province (Pr, Re, Mo), 10 Comuni.
“Emilia Orientale”: superficie protetta 11,1%, che comprende: una riserva naturale, 23 siti di rete natura, 2 Province (Mo, Bo), 12 Comuni.
“Delta del Po”: superficie protetta 20,8%, che comprende: un parco regionale, 2 riserve naturali; 33 siti di rete natura; un paesaggio protetto, 3 Province (Fe, Ra, Bo), 9 Comuni;
“Romagna”: superficie protetta 7,2%, che comprende: un parco regionale, 3 riserve naturali; 25 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 4 province (Bo, Fe, Ra, Rn), 6 Comuni. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La riforma dei parchi è (quasi) legge

RiminiToday è in caricamento