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Cronaca

La stampa riminese piange la scomparsa del giornalista Fiorello Paci

Decano dei giornalisti riminesi era originario di Anghiari, in provincia di Arezzo, e nella sua carriera partecipò alla nascita delle prime televisioni locali della zona

Si è spento sabato mattina, all'età di 91 anni all'ospedale Infermi di Rimini dove era ricoverato, il decano dei giornalisti riminesi Fiorello Paci. Padre di cinque figli, Daniele, Fiorella, Rosella, Cristiano e Gloriamaria, avuti nei 53 anni di matrimonio con Grazia. Nato ad Anghiari in provincia di Arezzo il 23 febbraio del 1931, è arrivato nel 1962 a Rimini dove ha iniziato l’attività giornalistica come inviato speciale della rivista ‘Giovani’, intervistando anche i più grandi capitani d’industria, da Adriano Olivetti ad Umberto Agnelli, campioni dello sport come Gino Bartali o personaggi della musica come Adriano Celentano. Fiorello ha partecipato alla nascita delle prime televisioni locali della zona come Telerimini, Telegabbiano e Tele San Marino e anche di radio come Radio Riviera, Radio Amico Libro, Radio Amica. Nel corso della sua carriera ha condotto e ideato trasmissioni di successo affiancando anche Marco Magalotti in “In Zir par la rumagna”. E poi ancora “L’ombrellone” (con interviste in spiaggia ai bagnanti della Riviera), i quiz radiofonici tra bar riminesi e le letture del Vangelo con Don Oreste Benzi. In campo editoriale Fiorello Paci ha fondato il giornale “Il Garbino”, è stato al Settimanale diocesano il Ponte e su La  Voce di Romagna ha curato per quattro anni la pagina regionale ‘Vivere tra i monti’. Anche negli ultimi anni non si è tirato indietro fondando e diriendo “Il Veliero, quotidiano del bello e del buono”. Lo scorso 8 dicembre aveva infine pubblicato il libro autobiografico ‘Calcinculo e carezze di Dio: la bellezza e lo splendore con la certa speranza del futuro’. Il funerale sarà celebrato lunedì quattro aprile alle 10 nella chiesa di San Giuliano Martire dove domani sera alle 19.30 si terrà la veglia di preghiera.

“Se n’è andato dall’Ospedale Infermi di Rimini – scrive il figlio Cristiano – e alla notizia, chi ne conosceva l’indomita energia ha dapprima pensato che avesse lasciato, contro ogni previsione, il letto e se ne fosse tornato sulle sue gambe a casa. Ne sarebbe certamente stato capace se solo lo avesse voluto, ma evidentemente ha aspettato poco più di un’ora dalla fine del giorno delle burle ed ha deciso di ricongiungersi alla sua Grazia, amata sposa per più di 53 anni e madre dei loro cinque figli Daniele, Fiorella, Rosella, Cristiano e Gloriamaria. Lo ha fatto nello lo stesso giorno in cui se ne era andata un persona a lui particolarmente cara, Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II.“

"Uomo di grande professionalità ed estrema sensibilità e umanità - lo ricorda la Fondazione Leo Amici - al quale, proprio per questo,  nel 2019 era stato consegnato dalla Fondazione un riconoscimento. La Fondazione Leo Amici si unisce alla famiglia in questo momento doloroso con commozione e affetto".

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