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Cronaca

Da Facebook al passaparola, gli "stagionali" non si trovano più. Indino: "Vanno ripristinati i voucher"

Gianni Indino, presidente Confcommercio: "Chiediamo uno strumento flessibile e codificato, che non permetta l’utilizzo in modo improprio, ma che vada incontro alle necessità delle imprese"

Trovare lavoratori stagionali è sempre più impresa titanica. Una difficoltà complici molti motivi, sia sul fronte degli imprenditori sia sul fronte dei lavoratori. E' frequente imbattersi in annunci di bar, ristoranti o alberghi: c'è chi propone offerte di lavoro anche sui social, via Facebook e Twitter. Oppure chi si affida ad agenzie specializzate. Oppure con il passaparola. Ma sempre più attività lamentano una difficoltà nel raggiungere lo standard immaginato per il personale. Un tema su cui pone grande attenzione anche Gianni Indino, presidente di Confcommercio della Provincia di Rimini: "Il settore turismo ha bisogno di flessibilità e i voucher sono una soluzione che non andava buttata via. Erano da migliorare, non lo metto in dubbio, invece sono stati eliminati mentre i problemi sono rimasti. Chiediamo uno strumento flessibile e codificato, che non permetta l’utilizzo in modo improprio, ma che vada incontro alle necessità delle imprese".

Indino ha portato il tema al tavolo del Consiglio Nazionale di Confcommercio. "Mentre l’opinione pubblica tende a minimizzare il problema scaricando le colpe sulle imprese, da più parti mi segnalano persone che si presentano ai colloqui di lavoro chiedendo di essere assunti senza regolari contratti per mantenere gli ammortizzatori sociali o il reddito di cittadinanza. Ecco, a chi pensa che i furbetti siano gli imprenditori, voglio dire di prendere in considerazione che anche i lavoratori non sono tutti pronti a rispettare le regole. Qui c’è un problema da affrontare alla radice, senza pregiudizi ideologici, cercando di trovare soluzioni condivise che possano fortificare tutto il sistema. Un’urgenza per tutto il Paese, ma in particolare per territori come il nostro che vivono di turismo e stagionalità”.

Confcommercio e Fipe seguono da tempo queste problematiche e tutti sono concordi che è il tempo di intervenire in maniera decisa, proseguendo nel confronto tra le parti per arrivare a un risultato concreto. E Indino conclude: "Non è possibile che le aziende debbano sobbarcarsi enormi costi legati alla burocrazia anche solamente per mettere in prova un lavoratore: costi di assunzione, onorari dei professionisti ed eventualmente anche gli oneri di licenziamento se al termine della prova il lavoratore non è risultato idoneo, nonché la certificazione unica di fine anno. Cifre che paiono poca cosa e che invece sommate ad un momento di oggettiva difficoltà possono risultare determinanti".


 

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